“In riferimento alla disposta ripresa delle lezioni in presenza a partire da lunedì 10 gennaio, considerato che una percentuale elevatissima di positivi viene individuata tra i cittadini in età scolare e soprattutto tra i minori non vaccinati, di fronte allo stress delle strutture ospedaliere, alle file di ambulanze davanti ai nosocomi cittadini, alla mancanza di mascherine Ffp2, riaprire le scuole in presenza già a partire da lunedì è un atto irresponsabile“. Lo ha detto il sindaco della Città e della Città Metropolitana di Palermo Leoluca Orlando.

Tornare alla Dad

“Faccio appello – ha aggiunto il sindaco – al governo nazionale e regionale affinché possano rinviare l’apertura delle scuole in presenza e istituire invece la Dad a tutela della salute di tutta la comunità scolastica”.

Asp in ritardo nel tracciamento

“Le Asp provinciali, inoltre – prosegue il presidente dell’Anci Sicilia e sindaco di Palermo – sono in grave ritardo con i tracciamenti e con le verifiche dei tamponi, ciò non consente di avere dati certi sui positivi. Ritengo che un’apertura debba prevedere sicurezza per alunni e familiari, fortemente ed unanimemente preoccupati per il dilagare dei contagi”.

“Obbligo vaccinale urgente”

Orlando, infine, ha richiamato il governo nazionale affinché “estenda l’obbligo vaccinale perché non è più una scelta ma un atto urgente”.

Il punto: Musumeci scrive a Draghi

Dopo il confronto tra Musumeci e gli assessori all’Istruzione e alla Sanità il governo regionale ha confermato “di operare secondo le disposizioni del governo nazionale, con l’obiettivo di garantire lo svolgimento delle attività didattiche in presenza e in sicurezza, a partire da lunedì 10 gennaio”. Faranno eccezione le ‘zone ad alta densità di contagi’ dichiarate con ordinanza del presidente della Regione, “tenuto conto dell’andamento della pandemia, per le quali è prevista la facoltà di procedere con la dad, previa ordinanza del sindaco e su conforme parere dell’autorità sanitaria”. Cioè le zone arancioni e rosse.

“Le misure urgenti proposte dal governo nazionale – dice la Regione – per il tracciamento dei contagi da Covid-19 nella popolazione scolastica prevedono approcci differenziati in relazione al numero degli studenti positivi, alla tipologia del ciclo educativo e allo stato vaccinale dei singoli. A questi è necessario attenersi in Sicilia”.

La mossa dei sindaci

Ma i sindaci hanno paura dei contagi che partono dalle scuole, o vi arrivano, e sono in allarme. I sindaci di Misilmeri e Caccamo, entrambi nel palermitano, con ordinanze hanno deciso lo stop delle lezioni in presenza rispettivamente fino al 14 e fino al 24. E anche quelli del comprensorio tirrenico-nebroideo, ricadenti nel distretto sanitario di Sant’Agata Militello, dopo aver inviato una lettera al prefetto di Messina e alla procura di Patti, nella quale si denuncia “l’insostenibile situazione di stallo in cui si trovano i servizi sanitari per la gestione dell’emergenza coronavirus”, oggi hanno emanato singole ordinanze per posticipare al prossimo 17 gennaio il ritorno in classe.

“Vogliamo conoscere i dati epidemiologici aggiornati per prendere le necessarie decisioni sulla riapertura o meno delle scuole” chiedono i sindaci della provincia di Palermo al commissario per l’emergenza Covid Renato Costa.

C’è chi chiede il lockdown

E nel capoluogo, dove si allestiscono, come due anni fa, tendoni da campo per fronteggiare l’emergenza, i dirigenti medici sono a lavoro per aumentare i posti letto dedicati ai malati col coronavirus. “Serve immediatamente un lockdown tra 15 e 20 giorni. Chiudiamo tutto altrimenti rischiamo una catastrofe” dice Vincenzo Provenzano, direttore medico del Covid Hospital di Partinico.

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