Si spacca la Sicilia sulle scuole. Se da un lato i sindaci delle 3 principali città dell’isola, Palermo, Catania e Messina hanno deciso di chiudere “ogni istituto di ordine e grado” per il timore della diffusione del contagio, le amministrazioni degli altri capoluoghi (Siracusa, Ragusa, Caltanissetta, Enna, Agrigento e Trapani) hanno preferito far ritornare gli alunni in classe, in attesa della decisione del Governo regionale su nuove restrizioni.

“A fronte delle numerose richieste pervenute nelle ultime ore in seguito alle ordinanze dei sindaci delle città metropolitane e di alcuni altri comuni siciliani, dopo un ulteriore confronto con l’Asp di Siracusa, ho confermato la riapertura degli istituti comprensivi comunali e degli ordini di studio afferenti.  I dati dei contagi in città (indici di prevalenza), a differenza che in altri comuni, non giustificano, al momento, una chiusura delle scuole suddette” spiega il sindaco di Siracusa, Francesco Italia.

“L’amministrazione comunale, pertanto, attenendosi alle indicazioni delle autorità sanitarie non è autorizzata a chiudere le scuole di propria competenza senza motivazioni supportate da dati epidemiologici allarmanti. Sarà nostra premura comunicare eventuali disposizioni regionali o nazionali così come puntualmente avvenuto dall’inizio della pandemi” aggiunge il sindaco di Siracusa mentre il primo cittadino di Avola, a soli 20 km dal capoluogo aretuseo, ha annunciato nella tarda serata di ieri la chiusura delle scuole.

Fanno paura i numeri del contagio, 319 positivi in città, a fronte di una comunità di circa 30 mila abitanti. “Dopo un confronto, l’Asp di Siracusa ha consigliato la chiusura – ha detto il sindaco di Avola, Luca Cannata – ma saranno intensificati i controlli sul territorio da parte delle forze dell’ordine. Attendiamo le decisioni da parte del Governo regionale, sentito il comitato tecnico scientifico, legate proprio alla curva in costante salita dei contagi nell’isola”.

A Marsala, nel Trapanese, l’amministrazione comunale ha deciso di fare stare a casa studenti, professori ed il personale scolastico.