Ritardi nelle concessioni balneari a Capaci. Si infiamma attorno a questo argomento il dibattito politico nel paese marinaro alle porte di Palermo dove ancora si registrerebbero dei mancati “visti” del Comune per dare il via libera alle attività degli stabilimenti. Il sindaco Pietro Puccio, però, smentisce che questi ritardi sarebbe imputabili in realtà al Comune. I fari tornano ad essere puntati sul Consiglio di Stato che ha trattato la materia recentemente e su altri intoppi di natura burocratica non dovuti a competenze in materia dell’ente locale.
Il pronunciamento del Consiglio di Stato
Il tema delle concessioni balneari è molto sentito a Capaci per via del suo lungomare e delle attività che vi si sviluppano attorno, che sono una fetta importante dell’economia locale. Le concessioni balneari, sia pubbliche che private, scadute il 31 dicembre scorso, a seguito di una decisione del Consiglio di Stato sono state rinnovate a tutti per il prossimo biennio solo il 10 marzo scorso. “È evidente – sostiene Puccio – che i privati hanno tempi di reattività immediati: presentano la Scia, segnalazione certificata di inizio attività, e possono iniziare a montare lo stabilimento balneare, aprendo subito la struttura alla fruibilità generale. Diversi e più complessi sono invece gli obblighi che gravano sulla Pubblica Amministrazione, vincolata da procedure di trasparenza ed evidenza pubblica”.
I vari passaggi
Nel lasso di tempo che è trascorso tra il pronunciamento del Consiglio di Stato e il 29 aprile scorso, il Comune di Capaci ha dovuto prima presentare un nuovo progetto sull’area demaniale assegnata, approvarlo, emanare un avviso pubblico, indire una gara con dei termini perentori previsti dalla legge, che non sono assolutamente comprimibili, gestire poi la gara stessa, infine invitare i vincitori a presentare i documenti prescritti, le garanzie ed a pagare il dovuto, prima di poter iniziare a montare gli stabilimenti balneari.
La certificazione antimafia e l’ulteriore intoppo
L’ultimo step amministrativo prevede infine il rilascio del nulla osta Antimafia sulla base della norma del Codice di Navigazione: “Questo passaggio – precisa il sindaco – ha comportato un ulteriore ritardo causato dal blocco per 15 giorni dell’accesso al sistema nazionale per il rilascio della certificazione antimafia. Le procedure complesse, i tempi prescritti da rispettare e gli imprevisti sopravvenuti non sono addebitabili all’amministrazione”.
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