“Tutto fu fatto in fretta. La percezione che mi è rimasta è che tutto fosse legato ai tempi ristretti e alla complessità delle cose da fare”.

Lo ha detto Francesco Giambrone, ex assessore alla Cultura a Palermo, nel processo a tre funzionari comunali e a un imprenditore per l’assegnazione dell’appalto per i festeggiamenti del Capodanno 2014.

Sotto processo sono Ferdinando Ania, dirigente del servizio attività culturali, e i due funzionari Salvatore Tallarita e Francesca Ciancimino.

Tutti sono accusati di abuso d’ufficio. Manfredi Lombardo, legale rappresentante della Levana, invece, è stato rinviato a giudizio con l’accusa di falso.

I tre dirigenti avrebbero messo in atto – secondo l’accusa – condotte irregolari nell’assegnazione dell’appalto. Il falso di Lombardo sarebbe invece consistito nell’avere compilato alcune autocertificazioni in cui attestava di non avere pendenze col fisco e di non avere posizioni Inps aperte.

In realtà non avrebbe potuto partecipare alla gara. Il suo Durc non era in regola per una cartella di 400 euro. “Parlai con il sindaco degli eventi connessi al capodanno, eravamo preoccupati per i tempi ristretti – ha spiegato – Intervenni per fare in modo che la macchina burocratica funzionasse al meglio e velocizzare la procedura, ma non so altro”.

Il sindaco Leoluca Orlando, citato come testimone dalla parte civile, per la terza volta non si è presentato in aula, stavolta per motivi familiari.

La denuncia partì da Andrea Peria di Terzo Millennio, che fece l’accesso agli atti per esaminare le procedure utilizzate per l’assegnazione. E così saltarono fuori diverse irregolarità nelle domande per la gara.

Il Comune si è costituito parte civile. Altre due associazioni sono parti offese: “Musica e suoni” di Catania e “Agave srl” di Andrea Randazzo di Palermo.