Da sindacalista del Sim aveva chiesto i dispositivi di protezione per i carabinieri in servizio durante la pandemia. La nota sindacale era stata diffusa in gruppo broadcast. La risposta dei vertici militari non si era fatta attendere.

L’appuntato scelto era stato spostato dal comando provinciale di Palermo in una piccola stazione di provincia. E’ iniziata una battaglia sindacale che si è conclusa con una conciliazione davanti al giudice del lavoro Giuseppe Tango che ha riconosciuto la giurisdizione ordinaria, ha espletato le attività processuali previste dall’articolo 28 dello Statuto dei Lavoratori.

“E’ Il primo procedimento della storia dei militari per attività antisindacale si è pertanto concluso oggi con il trasferimento del segretario Sortino in sede a lui gradita, senza che siano state modificate le sue note caratteristiche”. Lo rende noto il Sim Carabinieri (Sindacato Italiano Militari).

“Il trasferimento d’ufficio – prosegue il Sim Carabinieri – era avvenuto per una nota sindacale, diffusa all’interno di un gruppo broadcast, con la quale il segretario chiedeva le dotazioni di protezione anti covid per i militari in servizio, dichiarazioni che sono ancora al vaglio della magistratura militare, dove ancor più forte è l’auspicio che tutto si concluda rapidamente e con esito favorevole”.

Immensa la soddisfazione espressa da tutta la compagine del SIM Carabinieri, in particolare del Segretario Generale Nazionale Antonio Serpi e del Segretario Generale Regionale Maurizio Mastrosimone, i quali hanno sostenuto con grande forza e senza soluzione di continuità il segretario Sortino durante tutte le fasi del procedimento. La conciliazione siglata n aula con la dichiarazione di cessata materia del contendere, per accordo tra le parti, a seguito del sopraggiunto trasferimento gradito al Sortino, ha posto fine al brutto periodo a cui è stato sottoposto “sol perchè ritenuto reo di aver esercitato il diritto di critica sindacale su fatti di acclarata veridicità”.

“Un doveroso plauso – prosegue il Sim carabinieri – va al collegio di difesa del network «Legali Lavoro» composto dall’avv. Aurora Notarianni del Foro di Messina, dll’ avv. Antonio Avino Murgia del Foro di Cagliari, dall’avv. Massimo Pallini del Foro di Roma e dal prof. avv. Franco Scarpelli del foro di Milano, che è riuscito a far valere le ragioni del SIM per essere il trasferimento un provvedimento antisindacale. La sentenza di oggi emessa dal giudice Tango evidenzia la speciale sensibilità del giudice ordinario per la tutela dei diritti sindacali e per la conciliazione degli opposti interessi, a garanzia del pieno esercizio della libertà e della salute e sicurezza dei militari”.

“Il SIM Carabinieri, la prima associazione sindacale legalmente autorizzata ha, da sempre, tracciato la strada da seguire con l’autorevolezza e la determinazione che lo contraddistingue, senza inutili proclami ma con la concretezza delle azioni per arrivare ad un risultato che segna un punto di svolta per tutti i lavoratori in divisa, nel perseguimento delle nostre finalità sindacali e che, grazie a tutta la segreteria del SIM ed al segretario Generale Serpi, restituisce dignità al collega e ad ogni Carabiniere affinchè nessuno sia mai più lasciato solo. Il SIM Carabinieri continuerà il proprio operato, in punta di diritto ed in tutte le sedi competenti, a sostenere la giurisdizione del Giudice del Lavoro, in contrapposizione al disegno di legge in discussione alla Camera, ribadendone la necessaria revisione anche alla Corte Costituzionale”.