- Detenuti-attori al carcere Pagliarelli Lorusso di Palermo
- L’impegno dell’associazione Baccanica
- In preparazione il quarto spettacolo teatrale
- L’intervista alla regista Daniela Mangiacavallo
Portare il teatro in contesti nei quali non c’è o è ancora ‘acerbo’, nelle periferie, nelle piazze, in luoghi non convenzionali. Diffondere arte e bellezza, scambiarsi emozioni e la gioia di partecipare ad un progetto condiviso.
L’associazione Baccanica
Sono questi gli obiettivi di Baccanica, un’associazione di promozione sociale nata nel maggio del 2012 a Monreale, alle porte di Palermo, grazie all’incontro umano e professionale tra Daniela Mangiacavallo, Gaia Infantino, Maurizio Maiorana, Lilly Mangiacavallo. L’eterogeneità come risorsa. L’arte che diventa libertà d’espressione e cambiamento sociale al fine di migliorare le qualità di vita.
I mestieri del teatro al carcere Pagliarelli-Lorusso di Palermo
Baccanica è arrivata anche dentro al carcere Pagliarelli-Lorusso di Palermo, dove è nata la compagnia teatrale “Evasioni”. La regista Daniela Mangiacavallo racconta la genesi di questa esperienza: “Abbiamo iniziato in carcere cinque anni fa con un piccolo laboratorio teatrale. Poi, due anni dopo, abbiamo aderito al progetto “Per Aspera ad Astra”, una rete nazionale di diverse compagnie teatrali che operano nelle carceri. Questo ci ha permesso di attivare corsi di formazione professionale sui mestieri del teatro, è anche nata una sartoria di costumi teatrali, insomma, una piccola macchina teatrale che agisce dentro al carcere”. Per Aspera ad Astra – come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza, vede in rete dodici compagnie teatrali italiane che operano negli istituti penitenziari, tra cui la Compagnia della Fortezza, che ne è partner capofila.
La pandemia e lo scambio epistolare
Nell’ultimo anno, a causa della pandemia e della impossibilità per soggetti esterni al carcere di accedere alle case di reclusione per evitare il contagio, Baccanica ha avviato un lavoro a distanza con i detenuti.
A dicembre 2020 è iniziato uno scambio epistolare. Spiega ancora la regista: “Baccanica non si ferma. Stiamo lavorando molto sulla drammaturgia scambiandoci idee e suggestioni in vista di un nuovo spettacolo che mi auguro possa essere portato in scena a settembre”.
Il debutto degli spettacoli di Baccanica con i detenuti avviene solitamente in carcere, poi si valuta se portare il lavoro realizzato anche fuori. La compagnia Evasioni nell’ottobre 2019 è stata ospite del palcoscenico del teatro Biondo di Palermo, una bellissima esperienza per i detenuti. “La compagnia – dice Mangiacavallo – ci ha aspettato durante il lockdown e ci aspetta ancora. Abbiamo tanti progetti in cantiere”.
Della compagnia fanno parte trenta persone tra detenuti e membri di Baccanica, un gruppo di collaboratori professionisti che aiutano la regista nel lavoro di drammaturgia e di messa in scena. Sono attori, actor coach, insegnanti di dizione. Adesso bolle in pentola il quarto spettacolo dopo gli applauditi Enigma, La Ballata dei Respiri e Transiti.
I podcast in rete
Sette storie sonore che raccontano il lavoro poetico e drammaturgico della compagnia Evasioni dentro e fuori la casa circondariale, in attesa di potere riprendere l’attività in presenza. Gli attori della compagnia sono già entrati in sala d’incisione per realizzare le sette puntate sonore. Il 5 marzo scorso è stato diffuso sulle maggiori piattaforme digitali e sulla pagina facebook dell’Associazione Baccanica il primo dei podcast prodotti e realizzati dalla compagnia Evasioni. L’appuntamento è ogni venerdì dalle ore 21.
Una sorta di prosecuzione dalla fase 1 “Corrispondenze” nella quale gli attori detenuti e gli altri artisti della compagnia si sono scambiati lettere per creare un dialogo tra il carcere e il mondo fuori.
La compagnia “Evasioni” diventata una famiglia
La compagnia Evasioni, nel tempo, è diventata una famiglia. “La risposta dei detenuti – commenta la regista – è molto positiva. Il teatro li coinvolge appieno. All’inizio qualcuno era un po’ diffidente, poi si sono messi in gioco, cimentandosi in una esperienza che non avevano mai fatto. Sono entrati nella magia del teatro. Adesso si sentono artefici e responsabili del progetto. Tra loro c’è molta solidarietà, è nato un bel gruppo ed il senso di appartenenza alla compagnia del quale sono orgogliosi”.
L’autenticità portata in scena
Rappresentazioni teatrali sì ma con autenticità. Quella dei detenuti “che scioglie la finzione e l’artefatto – conclude Mangiacavallo -. Dal punto di vista personale i detenuti mi hanno insegnato a lavorare sulla verità e sull’autenticità. Quello che amo di questa esperienza e l’umanità che loro portano in scena.
Ovviamente non rappresentiamo le loro vite, ma la forza e l’energia umana che esprimono quando si trovano sul palcoscenico è la vita del teatro stesso”.
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