“La politica delle parole e delle passerelle ha fatto perdere il controllo dello Stato nelle carceri siciliane”. La denuncia arriva da Fp Cgil, Fns Cisl, Uilpa PolPen, Osapp e Sappe. I sindacati sono sul piede di guerra e avvertono: siamo pronti a fare lo sciopero della fame.

La protesta delle organizzazioni sindacali

“Probabilmente – affermano i segretari regionali delle rispettive sigle, Concetta Basile, Domenico Ballotta, Daniele Marino, Dario Quattrocchi e Calogero Navarra – è stato facile fare promesse invece di occuparsi seriamente delle carceri, considerato che giornalmente la polizia penitenziaria combatte una vera e propria guerra fra aggressioni, violenze, morti, tentativi di impiccagioni, salvataggi, rinvenimento di droga e telefonini. E per di più, oggi, affiora paurosamente la minaccia dei droni, che potrebbero consentire l’introduzione di armi dentro le nostre fragili prigioni”.

Mancanza di personale

“È inutile che qualcuno – tuonano i leader dei sindacati della Polizia Penitenziaria – vuole indirizzare il problema solo sulla carenza di medici e psicologi o su un ipotetico sovraffollamento, cercando maldestramente di distrarre l’attenzione sulla vera questione che attanaglia le carceri in Sicilia, cioè la mancanza di sicurezza. La mancanza di ordine e regole, visto il saccheggio che registriamo ogni giorno, sta cancellando qualsiasi ipotesi di rendere le carceri luoghi di recupero per detenuti, divenendo gli stessi, ahinoi, prosieguo dell’attività delinquenziale e criminale”.

“Le discutibili scelte politiche – insistono i sindacalisti – in Sicilia hanno causato carenze di figure professionali, con 1.000 poliziotti penitenziari in meno in organico e personale vicino ai 60 anni di età, mancanza di direttori, chiusura degli Opg e l’insufficienza di posti Rems, con l’aggravante di avere investito tutto sul trattamento. Visti i risultati, possiamo dire che questo metodo ha pienamente fallito trascinando la polizia penitenziaria nel baratro”.

Carceri colabrodo

“A tutto questo si aggiungono le carenze strutturali degli edifici, con carceri colabrodo. Per salvare l’onore, la dignità, l’autorità e l’autorevolezza della Polizia Penitenziaria, siamo pronti a programmare uno sciopero della fame ad oltranza – concludono Basile di Fp Cgil, Ballotta di Fns Cisl, Marino di Uilpa PolPen, Quattrocchi di Osapp e Navarra di Sappe – siamo stanchi di subire un sistema penitenziario improntato sulla ingovernabilità e sulla delegittimazione delle regole accompagnato dalla contestuale consegna della governance delle carceri in mano ai detenuti”.

 

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