“La segreteria regionale Fsa – Cnpp ha dichiarato lo stato di agitazione e la rottura delle trattative sindacali con la direzione del carcere maresciallo Di Bona ex Ucciardone di Palermo e proclamano lo stato di agitazione. Il sindacato chiede anche l’avvicendamento dei dirigenti di polizia penitenziaria e del direttore in servizio nel vecchio carcere borbonico”.
Lo dichiara il vice segretario regionale Maurizio Mezzatesta, che ha comunicato al provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria Cinzia Calandrino, l’inizio dello stato di agitazione e la rottura delle trattative con la direzione della casa di reclusione.
“Passano gli anni e le criticità non diminuiscono – continua Mezzatesta -, le risposte alle nostre note che trattano di benessere, salute e sicurezza del personale tardano ad arrivare, la carenza di personale è in continuo aumento, gli accorpamenti nello stesso turno di più posti di servizio è all’ordine del giorno, è un continuo stravolgimento dei turni con la continua richiesta di lavoro straordinario che si riversa sui diritti soggettivi, passando, nota dolente, dalla struttura non a passo con i tempi con il fenomeno delle aggressioni al personale di polizia ivi di servizio, più volte e puntualmente denunciate dal nostro sindacato”.
Per il sindacalista, “serve un cambio di rotta che nell’Istituto in questione stenta ad arrivare, le parole espresse negli anni dai vertici, alle giuste lamentele del personale e alle note sindacali Cnpp, sono spesso racchiuse in frasi del tipo ” per gravi esigenze di servizio” o “siamo continuamente in emergenza” oramai non reggono più.
La predetta “esigenza di servizio” per cui si richiede una prestazione lavorativa diversa da quella programmata dovrebbe avere una caratteristica di straordinarietà e non dovrebbe essere usato verosimilmente come strumento di programmazione routinaria, poiché come è noto anche “l’emergenza” è una circostanza del momento che richiede un intervento immediato. Visto l’immobilismo da parte del direttore e del comandante si chiede ai vertici dell’amministrazione la loro rimozione”.
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