Tra le colline della Sicilia, ogni anno il Carnevale si trasforma in un palcoscenico di magia e tradizione. Il Carnevale di Mezzojuso è una festa popolare unica nel suo genere, celebrata l’ultima domenica di Carnevale a piazza Umberto I. Ma nel comune palermitano, la “festa in maschera” è una festa ancora più caratteristica: al centro di questa celebrazione si trova il Mastro di Campo, una figura misteriosa che intriga e coinvolge il pubblico con la sua pantomima. La storia di questo personaggio, ispirata a un evento storico del XV secolo, è tramandata di generazione in generazione e rappresenta uno spettacolo unico in Sicilia.

Proprio per la sua unicità, raccoglie ogni anno migliaia di turisti che si riuniscono per assistere a questa festa collettiva. La stratificazione storica ha arricchito ulteriormente questo spettacolo, aggiungendo elementi e personaggi ottocenteschi di varia estrazione come i “maghi” che fanno l’azione dei trovatura, ossia di coloro i quali trovano il tesoro costituito dal “cantaro” ripieno di una gran quantità di maccheroni conditi con ragù; i “Foforii”, ossia briganti che irrompono in schiera catturando persone del pubblico; Garibaldi con i garibaldini, con il ruolo di aiutare il Mastro di Campo alla conquista della regina, i geometri che misurano lo spazio d’attacco nella piazza fino al castello.

La storia della mascherata del Mastro di Campo

Il Mastro di Campo è la grande festa popolare celebrata a Mezzojuso. Da almeno due secoli, viene rappresentato il più grande spettacolo di pantomima  inspirato ad una vicenda che trae origine da un fatto realmente accaduto.

L’azione ha come protagonista uno strano personaggio che indossa una maschera rossa, un cappello e un mantello rosso su una camicia bianca con nastri multicolori. Tale rappresenta, in forma parodistica, Bernardo Cabrera, conte di Modica che invaghitosi della regina Bianca Navarra, cercò di sottrarla al castello di Solanto dove si era rifugiata.

In ambito popolare, la mascherata del Mastro di Campo, detto anche “ atto del castello ” era particolarmente diffusa nell’area palermitana nel XVIII secolo, come testimoniano il marchese di Villabianca e Giuseppe Pitrè. Probabilmente poi, dal centro urbano questa pantomima si diffuse anche in aree dell’entroterra, come dimostrato dalla tradizione del Mastro di Campo di Mezzojuso.

La manifestazione

L’ultima domenica di Carnevale, piazza Umberto I di Mezzojuso si prepara a celebrare uno dei carnevali più affascinanti d’Italia. La piazza si anima di colori, suoni e tradizioni millenarie per accogliere il corteo reale composto dal Re, dalla Regina, dai Dignitari, dalle Dame, dal Segretario, dall’Artificiere, da alcune guardie e dai Mori.

Dopo aver eseguito giri attorno alla piazza, il corteo sale su un palco che funge da castello e dà inizio ad una festa danzante. Le maschere tradizionali come il Rimitu, i Maghi e le Giardiniere portano con sé secoli di storia e cultura. Nel frattempo, gli ingegneri del Mastro di Campo arrivano in piazza armati di cannocchiale e un enorme compasso per misurare la distanza del castello da un punto ipotetico della piazza in cui il “Mastro ri Casa” potrà piazzare l’artiglieria.

Finalmente arriva il momento atteso: il Mastro di Campo fa ingresso in sella ad un cavallo. Il culmine della festa arriva quando il Mastro di Campo invia con l’Ambasciatore una lettera di sfida al Re. Lette le intenzioni del generale, il Re risponde con disprezzo: è un momento carico di tensione e spettacolarità che coinvolge tutti i presenti.

La tensione cresce quando il Mastro di Campo sfida il Re, scatenando una serie di eventi spettacolari che coinvolgono l’intera piazza. La rappresentazione raggiunge l’apice quando il Mastro si scontra con il Re in un duello epico: la scena si trasforma in un caos di suoni, spari e movimenti coreografici che coinvolgono la folla. La conclusione della prima parte della rappresentazione vede il Mastro di Campo ferito e ritirarsi con il suo esercito.

Durante l’intervallo, i Maghi trovano un tesoro nascosto e il Barone e la Baronessa festeggiano la presunta vittoria. Nella seconda parte della rappresentazione, il Mastro di Campo ritorna in piazza guarito dalle ferite, dando il via ad una nuova fase della lotta.

La tensione aumenta quando il Re, accecato dall’ira , elimina l’Arteficiere. Il Mastro di Campo e i Garibaldini salgono furtivamente per la scala del castello e approfittando dell’attimo di confusione, circondano la Corte e incatenano il Re. La grande festa termina di Mezzojuso termina con un abbraccio tra il Mastro di Campo e la Regina e con la sfilata del corteo per le vie del paese.

 

 

 

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