Caro bollette, altro che serrate bisogna produrre di più. Il concept controcorrente porta la firma di Giovanni Messina, imprenditore del settore agricolo ed energetico. La sua è una voce fuori dal coro. “Gli imprenditori che affrontano il caro bollette riducendo le ore di lavoro o minacciando la serrata sono sulla strada sbagliata” – ha spiegato Messina, a Casa Minutella, aggiungendo che giudica questi comportamenti, “un errore che oggi, soprattutto qui in Sicilia, non ci possiamo permettere”.

Caro bollette, “chi chiude sbaglia”

Secondo l’imprenditore – che ha realizzato delle fattorie modello a Bompietro –  “alla vigilia del Pnrr non ci possiamo permettere tali comportamenti. Il modo migliore per affrontare la crisi è lavorare per prendere altre fette di mercato lavorare e produrre molto di più in modo che i costi energetici possano essere spalmati grazie a un volume di produzione maggiore. Non si risolvono i problemi facendo serrate o riducendo la produzione”.

“Non è colpa della politica, oggi il sistema funziona quasi a livello europeo”

La versione di Messina è controcorrente anche rispetto alla politica.  “Sono amareggiato -ammette Messina -ma per una volta sarò impopolare nei confronti della politica:  almeno per quanto riguarda la struttura del regionale che si occupa di energia, nell’ultimo anno sono stati fatti grandi progressi. Oggi si arriva ad ottenere l’autorizzazione unica nei tempi stabiliti,  quasi in tempi europei. Una cosa che era incredibile prima.

Messina sostiene che il mondo delle imprese si è fatto trovare impreparato dalla crisi del caro bollette. I segnali, secondo il manager, erano chiari e ci si sarebbe dovuti organizzare per tempo: “sono un imprenditore delle energie alternative e dell’agroalimentare. Ho due caseifici, uno dei quali è gestito con la completa emancipazione energetica. Con l’altro non ci sono riuscito per problemi burocratici,  ma sono amareggiato. Tutti i miei colleghi imprenditori non hanno visto prima l’orizzonte del rischio energetico. Eppure si sapeva da almeno 9 mesi che sarebbero aumentati i costi dell’energia”.

Eppure Messina avrebbe buoni motivi per lamentarsi. “Il mio settore, quello del lattiero caseario è il più colpito -spiega – perché per noi sono aumentati i costi delle plastiche, è aumentato il gasolio,  il gas e l’energia elettrica. Tutti questi elementi confluiscono in un caseificio per fare produzione. Quindi se c’è oggi un settore che è veramente colpito è quello della produzione lattiero casearia”.

Baglieri, trasformare energia da costo a fonte di ricavi

Anche l’assessore Baglieri ha commentato lo sfogo dell’imprenditore.  “Credo che Messina abbia centrato il punto – spiega la componente della giunta regionale – perché effettivamente la politica energetica fino adesso è stato un costo. Ha ragione quando sostiene che si sarebbe dovuto anticipare la crisi e quindi ridurre il rischio di perdita di competitività. Aggiungo che serve un cambio di passo: bisogna fare in modo che l’energia diventi una fonte di ricavi”.

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