“Quella di Grillo è una richiesta tardiva, strumentale e pilatesca”. Lo afferma Carmelo Miceli, segretario provinciale del Partito democratico di Palermo a proposito della svolta nelle indagini della magistratura sul  caso delle firme false nel Movimento 5 Stelle Miceli bolla come  “tardiva ” la richiesta di autospensione rivolta da Beppe Grillo ai deputati coinvolti nella vicenda.  “Gli esponenti del Movimento 5 Stelle, a tutti i livelli, sapevano da mesi della gravità di firmopoli e non hanno mai mosso un dito per fare chiarezza, trincerandosi dietro un silenzio assordante che maleodora ancora adesso di codardia omertosa – continua il segretario provinciale -. È bene ribadire che a fare emergere in tutta la sua gravità questa vicenda è stato il Partito democratico di Palermo, con la richiesta di accesso agli atti, e la trasmissione televisiva ‘Le Iene’. Strumentale – prosegue l’esponente dem – in quanto con questa decisione tenta di scindere l’aspetto giudiziale da quello politico e morale, sapendo per certo che sarà molto complicato, finanche impossibile, celare alle prossime tornate elettorali questa macchia indelebile di disonestà del Movimento. Pilatesca, infine – aggiunge –, perché tenta di allontanare da sé le responsabilità politiche che invece lo investono appieno. Ricordiamo ai distratti, infatti, che nella scheda il nome del candidato sindaco di Palermo del Movimento 5 Stelle alle elezioni del 2012 Riccardo Nuti era seguito dalla dicitura ‘detto Grillo’. Il leader del Movimento acconsentendo all’uso del suo nome in lista – già questo un vero e proprio imbroglio – ha dato il proprio beneplacito politico alle scelte compiute nel 2012. Il beneficiario di quella lista è stato anche, se non soprattutto, Beppe Grillo. Per questo – conclude Miceli – è bene che si assuma le proprie responsabilità, faccia mea culpa e si sospenda dalla politica così come ha chiesto ai suoi attivisti e parlamentari”.