Il Tribunale del Riesame di Palermo ha revocato le misure restrittive disposte dal gip di Trapani nell’ambito della vasta inchiesta che ha colpito la compagnia di navigazione Liberty Lines. I giudici del collegio palermitano hanno accolto i ricorsi presentati dai legali degli indagati, annullando i provvedimenti firmati dal giudice.
Posizioni esaminate e annullamento dei divieti
Il provvedimento riguarda sei figure chiave della compagnia: il presidente del consiglio di amministrazione Alessandro Forino, i dirigenti operativi Gennaro Cotella e Marco Dalla Vecchia, il comandante d’armamento Giancarlo Licari, la funzionaria Anna Alba e il direttore generale Gianluca Morace. Per loro, le misure annullate prevedevano il divieto di dimora nei comuni di Trapani e Milazzo, oltre all’interdizione temporanea dall’esercizio di incarichi direttivi in società o enti.
I giudici del riesame hanno accolto le tesi degli avvocati difensori. Resta invece in attesa di valutazione la posizione del settimo indagato, il responsabile operativo Nunzio Formica, il cui ricorso sarà discusso lunedì prossimo.
L’origine dell’inchiesta e le contestazioni della Procura
L’indagine della Guardia di Finanza di Trapani è stata avviata nel 2019, sviluppandosi in un contesto già segnato dalla precedente operazione “Mare Monstrum” del 2017. Al centro del nuovo filone investigativo vi sono presunte irregolarità tecniche riscontrate su diverse imbarcazioni e la gestione delle comunicazioni relative alle criticità strutturali degli scafi. Secondo l’ipotesi accusatoria, formulata dagli uffici guidati dal procuratore Gabriele Paci e dal sostituto Antonella Trainito, alcune avarie non sarebbero state correttamente annotate nei registri di bordo.
Gli inquirenti si sono basati su analisi forensi effettuate su telefoni cellulari e su intercettazioni sequestrate nel 2022. Da tali elementi emergerebbero segnalazioni interne su malfunzionamenti ai motori e interventi di manutenzione rinviati, situazioni che la Procura ritiene siano state gestite con consapevolezza nonostante le indagini in corso, al fine di continuare a percepire finanziamenti pubblici legati alle tratte regionali.
La tesi difensiva e i prossimi passaggi
I legali della difesa hanno contestato l’impianto accusatorio, puntando sull’assenza di prove concrete circa l’effettivo pericolo per la sicurezza dei passeggeri e sulla correttezza dell’operato dei dirigenti. La decisione del riesame sembra al momento dar ragione alle difese, smontando la necessità delle misure cautelari applicate nelle scorse settimane.
Mentre la società Liberty Lines continua a operare i collegamenti veloci, l’attenzione resta ora focalizzata sulla decisione di lunedì per l’ultimo degli indagati e sui successivi sviluppi di un’inchiesta che tocca da vicino il delicato sistema dei trasporti marittimi siciliani.






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