Berlusconi che chiude nervosamente la cartella in mano a Ignazio La Russa, la tensione che sale sul così detto ‘caso Ronzulli’ ovvero sui no di Fratelli d’Italia a Forza Italia e in particolare alla protetta di Silvio Berlusconi, e sullo sfondo un Gianfranco Miccichè che sembra pronto ad approfittare delle difficoltà romane della coalizione per togliersi qualche sassolino nella scarpa nei confronti degli alleati.

Miccichè e le rivendicazioni nei confronti di Fratelli d’Italia

Gli ‘scontri sotterranei” che maturano a Roma offrono il fianco ad una piccola vendetta a Palermo. Gianfranco Miccichè è e resta, infatti, il coordinatore di Forza Italia nell’isola e non ha ancora scelto fra l’elezione a palermo e quella a Roma. così ha convocato i 12 eletti all’Ars per ricordare agli azzurri che è sempre lui a dettare la line apolitica.

L’assenza all’insediamento di Schifani

Il suo bersaglio sono gli alleati di Fratelli d’Italia. Nonostante l’assenza all’insediamento di Schifani non ci sono rivendicazioni nei confronti del Presidente della Regione. L’assenza era più l’ultimo atto dello scontro con l’uscente Nello Musumeci, dicono dal suo entourage. Ma c’è chi, invece, dalla frangia di Forza Italia che con Miccichè ancora non riesce a ritrovarsi, fa notare che l’assenza non è stata solo fisica. Una semplice telefonata avrebbe fatto la differenza.

La tela si tesse in silenzio

Ma lui  Gianfranco Miccichè, resta in silenzio e tesse la tela. A Roma, ai vertici del partito, avrebbe già detto di essere pronto per riequilibrare a Palermo gli ‘sgarbi’ subiti a Roma. Il che si traduce in una linea dura sulla richieste di assessori, A cominciare dalla sanità, proseguendo con altre tre assessorati ‘inderogabili’ due dei quali pesanti. il tutto condito da un paio di no forti alle prime scelte di Fratelli d’Italia

Una linea di condotta complessa

Una linea di condotta difficile se non impossibile da condurre. Ma Miccichè alle ‘missioni impossibili’ sembra essere destinato. Una sorta di ‘vendetta’ politica che potrebbe sbattere contro proprio le situazioni romane di cui vorrebbe approfittare

Il caso Ronzulli non esiste più?

“Il “caso Ronzulli” non è mai esistito, e comunque non esiste più” dice la protagonista delle vicende romane. “Io sono figlia di un Carabiniere, mio padre ha servito il Paese nell’Arma per tanti anni e mi ha insegnato che servire la Patria è il primo dovere di ogni cittadino e prima di tutto di chi ha responsabilità pubbliche”.

La protetta di Berlusconi, già plenipotenziaria in Sicilia per risolvere le tensioni dentro Forza Italia e in quella occasione divenuta anche ‘amica’ di Miccichè, non sembra intenzionata a ricoprire il ruolo di pomo della discordia.

“L’Italia ha bisogno di avere un governo al più presto, con una squadra di alto profilo, sostenuta da una coalizione di centro-destra unita, coesa e compatta, così come si è presentata agli italiani e così come ci hanno chiesto gli italiani. Nella squadra di governo Forza Italia dovrà svolgere il ruolo importante, sul piano dei contenuti e degli assetti, che le è stato conferito dal consenso degli elettori” sottolinea in una nota proprio la senatrice di Forza Italia Licia Ronzulli.

L’unità romana rovina i piani di Miccichè

“Nei prossimi giorni il centro destra si presenterà unito al Colle, per proporre al Presidente della Repubblica di conferire l’incarico all’on. Meloni, che ha il diritto-dovere di guidare il paese per portarlo fuori dalla crisi – aggiunge -. A dispetto delle ricostruzioni malevole, io ho sempre lavorato per questo, anche in occasione della votazione per il Presidente del Senato. Continuerò a farlo, da Senatrice della Repubblica o in qualunque ruolo il Presidente Berlusconi ritenesse di indicarmi”.

Schifani alla finestra

In tutto questo il presidente Schifani, da mediatore qual è per natura, resta alla finestra. Muove i suoi fili alla ricerca della quadra e attende che a Roma le pedine vadano a posto prima di comporre la propria giunta che, ha annunciato, vedrà la luce fra qualche settimana. Un modo, fra l’altro, anche per schivare queste tensioni e lasciare che si spengano per partire senza strascichi polemici. E non è un caso se i suoi contatti con i partiti della coalizione, in questi giorni, abbiano riguardano tutti i leader senza eccezione alcuna

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