L’ex sindaco di Mezzojuso (Pa) Salvatore Giardina andò o no al funerale di don Cola La Barbera? Un episodio che è stato messo in luce nel corso della trasmissione televisiva di Massimo Giletti “Non è l’Arena” e che ha portato allo scioglimento per presunte infiltrazioni mafiose dell’amministrazione comunale. La storia è frutto dell’intreccio con un altra vicenda; quella delle sorelle Napoli, vittime di minacce e pressioni da parte della consorteria mafiosa locale per una questione legata a possedimenti agricoli.

Da anni a Mezzojuso non si parla di altro che del presunto caso della mafia dei pascoli, quello delle sorelle Napoli, fino allo scioglimento del Comune per presunte infiltrazioni da parte della criminalità organizzata contro cui l’amministrazione ha fatto ricorso al Tar. Un processo penale nei confronti dei presunti aguzzini delle Sorelle Napoli va avanti e, in seguito allo scioglimento deliberato dal Consiglio dei Ministri su proposta del Prefetto di Palermo, sul quale, come detto, pende un ricorso al Tar del Lazio, contestualmente la Prefettura ha avviato, davanti al giudice del Tribunale di Termini Imerese, il procedimento per definire l’incandidabilità dei componenti dell’amministrazione comunale sciolta, ovvero sindaco, assessori e consiglieri.

Nelle more del procedimento si è costituita l’avvocatura dello Stato, in rappresentanza del Ministero dell’Interno, chiedendo al giudice di pronunciarsi per l’incandidabilità solo per il sindaco e la giunta. La Procura di Termini Imerese ha, invece, chiesto l’incandidabilità solo per il sindaco.rappresentato dall’avvocato Di Lorenzo. Il legale avrebbe dimostrato, carte alla mano, che il sindaco Giardina non sarebbe andato alle esequie del boss locale. Un episodio che convinse il Cdm allo scioglimento del Comune. Nella memoria della Procura si farebbe riferimento, infatti, come fatto grave che ha portato allo scioglimento dell’amministrazione di Mezzojuso, all’episodio nel corso del quale il sindaco Giardina, che nel 2004 era assessore comunale, avrebbe partecipato ai funerali di un mafioso.

“Oggi è stata prodotto un documento – – dice l’avvocato Antonio Di Lorenzo che difende i consiglieri comunali – il quale attesta che il sindaco Giardina, fisioterapista, in nove cartelle mediche nel giorno del funerale ha ricevuto 10 pazienti e non poteva essere al funerale quel giorno”. Giardina nel corso della trasmissione di Giletti in diretta da Mezzojuso, non aveva negato la possibilità di aver partecipato a qual funerale salvo poi ritrattare, affermando che in qual momento venne preso alla sprovvista ed “essendo una persona che partecipa a tutti i funerali non seppi rispondere”, disse.

Il 29 ottobre 2004 quindi, come sostiene l’avvocato Di Lorenzo, Giardina non sarebbe andato al cimitero dove si stava consumando il seppellimento di don Cola La Barbera. “Sia il Tar, sia noi, abbiamo chiesto alla Prefettura la relazione di servizio dei Carabinieri che hanno sorvegliato il funerale che era stato vietato dalla Prefettura. La copia della relazione non è stata prodotta e, dopo che abbiamo dimostrato che il sindaco qual giorno si trovava a lavoro, abbiamo chiesto un rinvio”. L’udienza è stata quindi rinviata al 28 luglio.

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