Insieme, musulmani e cattolici, prima per la cena del Ramadan e poi per il Festino di Santa Rosalia.  La Comunità Islamica di Palermo ha invitato, alla tradizionale cena  che si svolgerà giovedì 23 giugno alla Moschea di piazza Gran cancelliere, l’Arcivescovo di Palermo, le Comunità Cristiane, Cattoliche, Evangeliche, Ortodosse, Anglicana, la Comunità Ebraica,  le diverse Confessioni Religiose, il Sindaco di Palermo, i Consoli della Tunisia e del Marocco, il Presidente della Consulta delle Culture e le Autorità Civili e Militari.

“Nel condiviso e vivo desiderio di proseguire il cammino intrapreso del dialogo islamico -cristiano – ebraico – dichiara l’Imam Boulaalam Abderrahmane Mustafà e gli Imam delle diverse Comunità Islamiche di Palermo – per sostenere i valori della pace e dell’amicizia tra gli uomini e con la ferma volontà di condannare e rifiutare ogni progetto ed azione di violenza, di terrorismo e di guerra, durante il Mese del Ramadan di digiuno e preghiera, da questa terra di Palermo si alzi forte il grido di pace e di armonia tra i popoli”.

La risposta della Curia non si è fatta attendenre e mons. Corrado Lorefice ha fatto pervenire all’Imam di Palermo un messaggio con il quale accetta l’invito e nel contempo, in occasione del prossimo Festino di giovedì 14 luglio, aprirà le porte di casa sua a tutti: cristiani, ebrei, imam islamici e altre confessioni religiose, per un incontro di gioia fraterna.

“Care sorelle e fratelli musulmani,- dichiara l’Arcivescovo di Palermo –  sono lieto di porgervi sia a nome mio personale, sia dell’Arcidiocesi di Palermo i migliori auguri di un sereno e proficuo inizio del mese dei Ramadan. E’ tempo nel quale con fede, impegno e dedizione vi consacrate all’osservanza di molte pratiche religiose quali la preghiera l’elemosina, l’aiuto ai poveri, le visite a parenti ed amici il dominio delle passioni”.

Proprio per rinsaldare l’amicizia, mons. Lorefice sarà presente nella moschea di Piazza Gran Cancelliere per incontrare la comunità islamica e a condividere la cena del Ramadan con tutti gli Imam d Palermo, con gli Ebrei, con i Pastori cristiani con i presbiteri e i diaconi cattolici e con i rappresentanti di altre religioni.

“Sarebbe un segno prezioso – aggiunge l’Arcivescovo di Palermo – che fossero tutti i palermitani a dedicare questo stesso giorno ad un impegno di digiuno e preghiera per la pace, l’armonia e la fraternità tra tutti gli uomini. Ispirati dai nostri valori condivisi e rafforzati dai nostri sentimenti di genuina fraterna amicizia e solidarietà, siamo perciò chiamati a lavorare insieme nelle nostra comune casa che è la città di Palermo, perché essa si arricchita dall’impegno di tutti noi a favore della giustizia, del rispetto dei diritti e della dignità di ogni persona”.

“Ci sentiamo particolarmente responsabili – continua mons. Lorefice – dei più bisognosi: i poveri, i malati, gli organi, i carcerati, i migranti, le vittime della tratta umana e tutti coloro che soffrono situazioni di disagio personale e familiare. Impegnati a costruire la città degli uomini e delle donne, ‘dal basso’, dai ‘vinti’ della storia, dai più fragili, dai piccoli, da chi non ha voce. Abbiamo il compito di salvaguardare insieme l’ambiente ed il decoro della città nella quale viviamo; è una responsabilità comune, come ha scritto Papa Francesco nell’enciclica ‘Laudato si”.

Prosegue il messaggio dell’Aricivescovo palermitano: “Si avvicina il Festino, la festa che, nel nome di una santa donna, Rosalia, che nella sua vita ha invocato la protezione di Dio sulla nostra città, richiama e raccoglie tutti gli abitanti di Palermo in una concorde ed unanime esperienza di gioia nel ritrovarsi uniti per lottare contro ogni forma di male, odio, di violenza e di mafia”.

“Nel nome di questa libertà – conclude mons. Lorefice – di mente e di cuore, desidero aprire le porte della mia casa a tutti i responsabili delle varie Religioni, Imam Rabbini, Pastori, Presbiteri, Guide spirituali, per testimoniare la bellezza dello stare insieme in pace e in cordiale fraternità, ed anche alle autorità consolari, civili e militari per esprimere la volontà armonica nella partecipazione alla costruzione della città “nuova” per l’impegno di tutti alla stima e al rispetto dell’identità etnica e religiosa di ogni uomo”.