Un bambino inatteso, un padre che spesso sparisce rifiutando qualsiasi responsabilità. L’arrivo di un figlio è una gioia, ma spesso sconvolge la vita della futura mamma. Perché bisogna rivedere tutto in funzione del piccolo, abbandonare il lavoro e magari gli studi, perché si è troppo giovani o comunque impreparate.

A Palermo, negli ultimi 12 anni, sono state 411 le donne italiane e straniere accolte e sostenute dal Centro di Aiuto alla Vita che si trova in corso Tukory 184 e nel quale prestano la loro opera una ventina di volontari. Vi si rivolgono donne che senza nessun supporto avrebbero scelto la dolorosa strada dell’aborto, per paura o per povertà.

A guidare il Cav di Palermo, da qualche mese, è un uomo, Luciano D’ Angelo, esperto del terzo settore e del mondo dell’ associazionismo, con un’ esperienza di assessore alle Attività sociali nella giunta Orlando negli anni Novanta. È subentrato a Giuliana Cupane. Negli ultimi 5 anni il numero di donne straniere che si rivolgono al Centro di Aiuto alla Vita è aumentato sensibilmente, arrivando a superare il 50% delle assistite.

ll Cav aperto dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 12 (tel. 0916518883); sono presenti assistenti sociali, psicologhe, consulenti legali, capaci di affrontare i casi in maniera completa e attenta. Si sostiene con offerte di privati, donazioni del «5 per mille», raccolte e vendite di beneficenza. E per la Festa della mamma, posticipata di qualche giorno, è stato fissato per il 13 maggio un concerto nella chiesa di San Francesco Saverio, alle 18.

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