L’Assessorato regionale all’Economia è autorizzato all’acquisto del compendio immobiliare sito a Palermo in via La Malfa 169. E’ autorizzata alla spesa di 20 milioni”. E’ stata così approvata con la Finanziaria regionale la norma che riforma la normativa di finanza e contabilità regionale, che risaliva al 1977 nonché quella che consente di definire la realizzazione del Centro direzionale della Regione a Palermo.
Il Centro direzionale in via La Malfa
Si tratta di un’area in cui confluiranno in una sola sede tutti gli uffici della Regione Siciliana, che si trova dove attualmente si trova l’assessorato all’Ambiente. L’attuale immobile che si trova in via Ugo La Malfa, secondo quanto si legge sul Giornale di Sicilia, andrà demolito per fare spazio a edifici più moderni. Qui vedrà la luce un polo che costerà 425 milioni di euro. Musumeci l’ha sempre definita come “La più grande opera pubblica mai progettata a Palermo”.
La norma contestata
La norma che rende disponibili i 20 milioni è stata inserita nel maxi emendamento della legge Finanziaria. E’ stata votata assieme ad altre decine di commi ma non è passata inosservata. Nuccio Di Paola, capogruppo all’Ars del M5S si chiede: “Perchè la Regione deve acquistare un immobile che è già in suo possesso?”.
L’immobile in un fondo immobiliare
Secondo Armao, assessore all’Economia e vice presidente Ars, però la Regione non avrebbe l’immobile nelle sue disponibilità ma sarebbe nelle disponibilità del fondo immobiliare Prelios di cui la Regione è socia al 30%. Così per poter vedere la luce il centro direzionale, la Regione dovrebbe tornare a essere proprietari dell’immobile al 100%. Dubbi sono stati avanzati anche da Marianna Caronia della Lega. “È come se la Regione acquistasse un bene già suo… Non molto conveniente visto che il centro direzionale è stato progettato per risparmiare sugli affitti”. Armao ha spiegato però che “la spesa per l’acquisto non sarà di 20 milioni. Avendo la regione una quota del 30% del fondo proprietario dell’immobile”. Sul prezzo di vendita dunque la regione “risparmierà” circa il 30% su un tetto massimo d’investimento previsto dal governo in 20 milioni.
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