Mentre Forza Italia si spacca e all’indomani della presentazione ufficiale della candidatura di Roberto Lagalla che, per quanto civica, nasce proprio nelle fila Udc cn lo sponsor azzurro, piove l’inatteso appello all’unità del segretario nazionale proprio dell’Udc
L’appello di Cesa
“Le imminenti scadenze elettorali, amministrative e regionali, in Sicilia richiamano le forze politiche del centrodestra ad uno sforzo di ricomposizione unitaria che guardi alla prospettiva nazionale, in vista delle elezioni del 2023” scrive in una nota ufficiale il segretari nazionale dell’Udc.
Lo sguardo a Palermo e Messina dopo le spaccature
La singolare presa di posizione sembra indirizzata a far dimenticare la vicenda di Palermo “L’Udc auspica l’urgente definizione del quadro dei candidati in campo nelle Città metropolitane di Palermo e Messina dove la scadenza elettorale è ormai prossima e le scelte non ulteriormente rinviabili”.
La preoccupazione di conseguenze alle regionali e alle politiche
La vera preoccupazione di Cesa è rivolta alle politiche del prossimo anno e alle possibili conseguenze sull’elettorato siciliano di una eventuale spaccatura prolungata “Una volta identificati i candidati alle amministrative, sulla base della loro capacità competitiva, l’UDC confida che analoga e successiva sintesi possa essere unitariamente trovata anche sulla candidatura alla presidenza della Regione”.
L’Udc è e resta nel Centrodestra
“Da parte sua, e in questo auspicabile contesto di ritrovata unità, l’UDC conferma la propria adesione al centrodestra e l’impegno a coordinarsi con tutti i partiti della coalizione e primariamente con le direzioni politiche di Forza Italia e della Lega, con particolare riferimento alle scelte da condividere a livello territoriale e all’adozione di più generali indirizzi politici, maturati anche nella attuale e comune esperienza parlamentare, a sostegno del governo nazionale”.
La bufera dentro Forza Italia
Mentre l’Udc prova la carta dell’appello gli ‘amici’ di Forza Italia sono nel pieno della bufera in Sicilia con un partito spaccato in due tronconi all’Ars e due capigruppo eletti, uno per via ordinaria ed uno dai dissidenti, la cui nomina è stata poi bloccata dalla Presidenza dell’Assemblea
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