Bufera continua dentro Forza Italia. Dopo il blitz dei dissidenti e l’elezione di Caputo a nuovo capogruppo, la presidenza dell’Ars stoppa tutto in aula.
La Presidenza dell’Ars annulla l’elezione e riconferma Calderone
Citando una sentenza della Consulta, la Presidenza dell’Ars non ha ratificato l’elezione di Mario Caputo a capogruppo di Forza Italia. Il vice presidente Roberto Di Mauro, che presiede la seduta parlamentare di questo pomeriggio, ha letto sia la nota protocollata con la quale i sette deputati di Fi stamani hanno eletto Caputo e sia quella di Tommaso Calderone (capogruppo sfiduciato) che contesta l’elezione. Di Mauro ha detto che per l’Ars il capogruppo rimane Calderone invitando Forza Italia “a fare chiarezza”.
Passa l’interpretazione legale del capogruppo uscente
L’illegittimità dell’autoconvocazione pur se prevista dal regolamento parlamentare era stata sostenuta proprio da Calderone, che è avvocato. Passa, dunque, la sua interpretazione legale
“Ricordo che il gruppo Parlamentare è un’associazione, che come tale è regolamentata da norme codicistiche che non prevedono l’autoconvocazione – aveva detto calderone poco dopo l’elezione – è prevista la richiesta di convocazione, a cui solo il capogruppo può dar seguito”.
“Solo nel caso di ingiustificata inerzia dello stesso, ci si può rivolgere al Tribunale, per chiederne la convocazione -aveva aggiunto – pertanto considero la nomina dell’on. Mario Caputo come tamquam non esset, perché non sono state rispettate le procedure”.
Di fatto Calderone considerava nulla la nomina e si riteneva ancora capogruppo, impostazione confermata dalla Presidenza dell’Ars. Ma lo stesso calderone si era detto pronto a convocare una nuova elezione “Nei prossimi giorni convocherò il gruppo per la nuova nomina” aveva aggiunto
Mancuso “azzeriamo tutto”
Per l’azzeramento di tutto il Vice capogruppo Michele Mancuso “Ai colleghi del gruppo azzurro all’Ars che oggi hanno autoconvocato una riunione per l’elezione del nuovo capogruppo, lancio un invito: azzeriamo tutto. Ritengo che a questo punto della Legislatura, la cosa giusta da fare è un reset totale delle commissioni parlamentari – tacciate di immobilismo – e degli assessorati”.
“Lo dico con cognizione di causa, ricordando a me stesso che colui che parla, qualche voto in Forza Italia lo ha portato, senza pretendere nulla in cambio. Azzeriamo tutto per un resoconto onesto e chiaro, che ponderi l’operato svolto da ciascuno di noi. I Siciliani non sono interessati alle dinamiche di palazzo, alle correnti di partito o chi sia il capogruppo piuttosto che il presidente di commissione.
Servono risposte
“A loro interessano risposte chiare su come uscire fuori dalla palude di due anni di pandemia. Risposte che siano funzionali alla crescita dei territori che rappresentiamo. Non è con le ripicche o con le fughe in avanti che possiamo inaugurare una nuova stagione all’insegna del dialogo. Siamo a ridosso di importanti scadenze elettorali. Serve una connessione totale con le istanze dei siciliani. I partiti sono la cassa di risonanza di tali istanze. Non siano svuotati della loro funzione principale, in nome di recriminazioni e personalismi”.
L’Ars approva il blocca nomine
E in questo clima di scontro il parlamento siciliano ha dato il via libera al blocca nomine, l’emendamento proprio di Calderone additato da alcuni come pomo della discordia ma considerato dia dissidenti solo come uno degli elementi dello scontro perché non concordato. L’emendamento impedisce al governo di fare le nomine negli otto mesi rimasti di legislatura e consente solo di indicare commissari per le aziende e le postazioni dirigenziali me di sottogoverno in scadenza rinviando alla prossima legislatura le nomine.
Opposizione plaude alla scelta
“Abbiamo sostenuto la norma che impone lo stop alle nomine da parte del governo regionale in enti, aziende e società controllate e partecipate nei 180 che precedono le elezioni” dice Giuseppe Lupo, capogruppo Pd all’Ars.
“È una norma di buon senso – aggiunge Lupo – che impedisce nomine ad hoc in piena campagna elettorale permettendo il buon andamento della gestione amministrativa regionale”.
L’emendamento aggiuntivo approvato oggi in aula, era stato sottoscritto dal M5S e dagli esponenti di numerose altre forze politiche e si applica a partire dall’ok alla legge.
“Si tratta – commenta il capogruppo del M5S Nuccio Di Paola – di una norma certamente di buon senso, che mira ad affrancare gli ultimi mesi di campagna elettorale da pericolose tentazioni che rischierebbero di avvelenare il clima politico in vista del rinnovo del Parlamento regionale”.
“Stigmatizziamo – conclude Di Paola – l’atteggiamento tenuto in aula dall’assessore Cordaro nei confronti della presidenza e del segretario generale”
Certifica di buon lavoro governo
“Pur con perplessità circa l’ammissibilità e la costituzionalità dell’emendamento che blocca le nomine, è tuttavia palese e incontrovertibile che si tratta di una norma che certifica in maniera inequivocabile, anche da parte dell’opposizione, il buon lavoro svolto dal governo Musumeci nella scelta dei soggetti preposti alla gestione degli enti pubblici regionali afferma, invece, Alessandro Aricò, capogruppo all’Ars di DiventeràBellissima.
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