Operazioni sulla carta difficili da realizzare sul serio, cessioni immobiliari che venivano riportate come introiti certi ma poi non realizzate durante l’anno, debiti lasciati fuori bilancio per far quadrare i conti e tanto altro. Andava sotto il nome di ‘Finanza creativa’ questo modo di predisporre i bilanci della Regione (e non soltanto della Regione in realtà) in vigore nelle precedenti legislature.

Ad onor del vero sotto il governo Crocetta di questi stratagemmi non se ne sono visti, complice (anzi principale responsabile) la nuova normativa che mette ordine nei conti e stabilisce regole ferree di bilancio legando quelli pubblici ad un andamento più ‘normale’ obbligando le amministrazioni a non registrare più debiti fuori bilancio e a riportare dati reali nei bilanci di previsione.

Tutto questo lascia immaginare che il bilancio di previsione 2017 della Regione non potrà essere fatto se non ricorrendo all’esercizio provvisorio. Ma questo causerebbe il licenziamento dei precari storici degli Enti Locali. a seconda delle situazioni economiche dei comuni per i quali prestano la loro opera anche da 25 anni potrebbero perdere il lavoro fra 13 e 10 mila persone.

Ed ecco che interviene una nuova forma di Finanza creativa, almeno in base alle dichiarazioni del Presidente della Regione che ieri, a margine di una conferenza stampa sul futuro del Consorzio Autostrade siciliane, ha tirato fuori il cilindro dal cappello. Crocetta avoca a se la materia finanziaria, non fa il rimpasto che ha smentito per due volte (forse non può viste le fughe di notizie e le smentite) ma scavalca l’assessore renziano per eccellenza contando sul fatto che a Roma non c’è più Renzi a cui risponderne (anche se c’è sempre De Vincenti).

“La nostra idea – dice a sorpresa è di approvare entro il 31 dicembre un bilancio secco che duri tutto l’anno e una norma precisa per la proroga dei precari fino al 2018, per poi varare la Finanziaria
in un secondo momento con calma”.

Una idea che il governatore aveva accennato a Messina e sembra aver ribadito anche al gruppo del Pd all’Ars.  Dunque un bilancio senza la legge di stabilità o la Finanziaria? Una cosa ma i sentita prima anche se a qualcuno questa idea in passato era balenata. Ma approvare un bilancio senza una legge Finanziaria, senza addentrarsi nei meandri della norma contabile che ci pare non lo permetta, lascia altri dubbi di opportunità.  Significherebbe approvare un elenco di entrate e di uscite, di introiti e di spese senza le regole attraverso le quali si possano spendere. Nella migliore delle ipotesi il rischio è la paralisi.

“Proporrò quest’ipotesi – insiste il governatore – alla conferenza dei capigruppo, perchè siamo in grado di approvare un bilancio che metta in sicurezza tutti i lavoratori precari siciliani e di partire con il reddito di cittadinanza, utilizzando i fondi Pac. In questo modo metteremo in sicurezza Comuni, province e tutti i precari che gravitano sul bilancio regionale”.

Sui precari i soldi sembra che in bilancio ci siano per una stabilizzazione part time e in carico alla Regione, ma senza regole per poi restituirli ai Comuni non si corre il rischio di trovarsi una valanga di gente che non fa nulla mentre i comuni ne avrebbero bisogno e lì’ sarebbero utili? E’ una domanda quella che ci si pone alla quale bisognerà rispondere.

Ma precari a parte, senza finanziaria come opera il bilancio? In base alle norme dello scorso anno? Non sarebbe una sorta di esercizio provvisorio che dura un intero anno? E quando, poi, la finanziaria dovesse essere approvata, come si allinea il bilancio? Bisognerà rifarlo. Avremmo, dunque, il primo assestamento di bilancio della storia ad aprile anziché ad ottobre/novembre, magari seguito da un secondo e da un terzo (quest’ultimo in mano a nuovo governo e  nuova assemblea).

Tutte domande, non certezze. Perché questa strada è del tutto inesplorata oltre che camminare sul filo di confine fra la legge e creatività allo stato puro