Chiara Lo Coco è una studentessa di un liceo linguistico di Palermo. Nonostante abbia soltanto 18 anni, è una ragazza profondamente matura. Le è stata diagnosticata una malattia senza nome. Tra qualche mese diventerà un coach per sostenere persone, come lei, a cui è stato diagnosticato un disturbo raro. “Accolgo le mie malattie, non combatto. Tutto diventa più facile e più bello quando ti confronti con quello che già hai non con quello che vorresti avere”.
Il progetto di Chiara Lo Coco per gli altri
“Un coach collabora con la persona per far emergere le sue potenzialità rispettando i suoi limiti”. Chiara vuole essere la voce delle persone con disabilità e malattie croniche, diffondendo l’autoconsapevolezza e promuovendo così l’importanza di accettarsi e fare di questo la propria forza.
Realizza inoltre sessioni online per clienti che non parlano italiano. Vuole affiancare al coaching advocacy l’arte e la danza. Così da essere ambasciatrice e portavoce della propria comunità.
Comunque non è riconosciuta invalida civile. “Non ha un sussidi non ha codice di esenzione per i farmaci non ho nemmeno il pass disabile”.
Il suo rapporto con la scuola
La scuola per lei è un aspetto fondamentale della sua vita. Come riporta “Osservatorio malattie rare”, Chiara espone quanto la dad le abbia cambiato in positivo il suo rapporto con le lezioni.
“Finalmente avrei potuto seguire più materie, si potrebbe pensare. Sì, se non fosse stato per gli impegni ospedalieri, come la fisioterapia tre volte a settimana, le frequenti acutizzazioni della malattia e le terapie farmacologiche, che i primi tempi mi impedivano di essere lucida durante le prime ore della giornata”. Ma la didattica a distanza, per Chiara, costituisce anche un’opportunità. È una ragazza che non si arrende facilmente e per lei pensare positivo non è solo un modo di dire: “Ora posso seguire permanentemente le lezioni da casa, non come i miei compagni di classe che, invece, la didattica a distanza la fanno a giorni alterni”.
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