Prende il via lunedì 3 luglio a Palermo, nel complesso monumentale di Santa Maria dello Spasimo, il “Sole Luna Doc Film Festival”, il festival internazionale giunto alla sua dodicesima edizione. L’ingresso è libero.

Ideato da Lucia Gotti Venturato, presidente dell’associazione culturale Sole Luna – Un ponte tra le culture, con la direzione scientifica di Gabriella D’Agostino e la direzione artistica di Chiara Andrich e Andrea Mura, il festival vede in concorso 31 film-documentari da tutto il mondo, scelti tra gli oltre 300 pervenuti durante l’anno, suddivisi nelle sezioni The Journey e Human Rights, e con una sezione dedicata anche ai corti. A queste si aggiunge fuori concorso la rassegna Art in Doc (si tratta di 4 documentari dedicati a grandi artisti del nostro secolo che approfondiranno tematiche legate all’arte contemporanea. In collaborazione con il Comune, la Regione, l’Università degli Studi e numerosi partner pubblici e privati.

Alle 20, nella navata centrale, è in programma il “drum circle welcome” con la “Bottega delle percussioni”. Quindi, dopo i saluti inaugurali, l’inaugurazione della mostra fotografica Visioni (Di)Visioni: Il 22 ottobre 2016 centinaia di fotografi sono scesi in strada da una parte all’altra del Mediterraneo per documentare simultaneamente 12 temi in 12 ore con l’obiettivo comune di immortalare una giornata nella vita di sette città: oltre a Palermo, la cui tappa è stata organizzata dall’Associazione Enzima, anche Beirut, Napoli, Algeri, Marsiglia, Amman e Lubiana. Fotografi professionisti e amatori hanno partecipato alla documentazione dei luoghi e delle comunità in cui vivono, contribuendo alla costruzione di un archivio collettivo che è diventato una risorsa di incontro e confronto, attraverso la creatività del linguaggio fotografico. In mostra, a cura dell’associazione Enzima, una selezione di immagini che possono offrire uno spunto di riflessione a tutti coloro che abbiano voglia di decentrare per poco il proprio punto di osservazione a partire da fotografie provenienti da diverse realtà sociali del Mediterraneo per ragionare sul significato antropologicamente pertinente di ‘rappresentazione’ della quotidianità.

Nel complesso monumentale dello Spasimo, inoltre, è allestita l’installazione Da Milano a Palermo: i disegni di Gianluca Costantini. Costantini, attivista e illustratore, ospite del Festival dei Diritti Umani ha raccontato attraverso i suoi disegni gli incontri, le persone e i film presenti durante il festival svoltosi a Milano dal 2 al 7 maggio 2017, di cui Sole Luna Un Ponte fra le culture è partner per il secondo anno consecutivo. Sarà presente l’Autore.

Alle 21, via alle proiezioni: un tributo alla città di Palermo con il documentario Pellegrino di Ruben Monterosso e Federico Savonitto. Pellegrinoè il racconto di un luogo dove sacro, profano, natura e storia coesistono ed esercitano forti attrazioni. Il film segue le orme dei suoi frequentatori – sia abituali che occasionali – incrociando i percorsi di artisti, nomadi, naturalisti, alchimisti e pellegrini di comunità e origini diverse, che per ragione o necessità trovano nel Monte un’ossessione, un motivo di passaggio o la traccia di una risposta. Una riflessione sul senso dell’abitare la natura e sul rapporto intimo che si può istaurare tra le persone e i luoghi, soprattutto quando questi ultimi sono portatori di una memoria antica. I registi saranno presenti in sala.

Quindi, si parte con i film in concorso: il primo ad essere proiettato sarà il documentario portoghese Ama-San, di Cláudia Varejão. Quando i ciliegi sono in fiore nella piccola città giapponese di Wagu, le Ama-San, “donne del mare”, raggiungono le rive dell’oceano e, tramutandosi in veri e propri esseri marini, s’immergono nel segreto delle sue acque alla ricerca di alghe, crostacei e molluschi. Come creature degli abissi, queste donne da diverse generazioni preservano, con i loro gesti sapienti, il rituale di una pesca antica basata al tempo stesso sulla forza e sulla delicatezza. (v.o. sott. in inglese e italiano).

Nel giardino sopra le mura, alle 22, l’opera italiana The black sheep, di Antonio Martino, che sarà presente per l’occasione allo Spasimo. Ausman ha combattuto per la rivoluzione libica, nonostante sia un pacifista, perché convinto di battersi per la libertà e la democrazia. Niente è andato come lui pensava: la violenza e l’estremismo religioso dilagano sempre più. Oggi si sente uno straniero nel suo paese. In quale mo(n) do potrà trovare un senso d’appartenenza?

A seguire, il film lituano Dead ears, di Linas Mikuta. Due uomini, un contadino anziano e suo figlio sordomuto, vivono in una zona remota, isolata dalla civiltà. Anche se condividono lo stesso tetto, gli stessi problemi e sofferenze rimangono molto distanti l’uno dall’altro. I loro tentativi di conversazione si trasformano in malintesi quando non in conflitti. Il padre pensa che suo figlio sia anormale e immaturo. Il figlio considera il padre insensibile e rozzo. Riusciranno i due uomini a trovare la strada per capirsi l’un l’altro? (v.o. sott. in inglese e italiano).

La serata si concluderà con il corto franco-belga Ma fille Nora, di Jasna Krajinovic. Nora, la figlia di Samira, parte per la Siria nel maggio 2013. Da allora, la madre fa di tutto per cercare di riportarla a casa. Ma fille Nora è una lettera visiva che Samira ha scritto a Nora. Il film segue la lotta di Samira per impedire che altri giovani lascino il paese, il suo viaggio verso il confine siriano e la sua dolorosa vita quotidiana combattuta tra la speranza e la paura di perdere la figlia nella guerra in Siria. (v.o. sott. in inglese e italiano). La regista sarà presente in sala.