L’operazione odierna – come quelle recenti allo Z.E.N., a Borgo Vecchio e a Santa Maria di Gesù, condotte in sinergia con la magistratura (cui rinnovo il mio grazie per il coordinamento e lo sforzo profusi) sono il frutto di un sistematico, strutturato, razionale e pianificato programma di controllo del territorio della città, a testimonianza che lo Stato c’è”.

Lo dice il colonnello Antonio di Stasio, comandante provinciale dei carabinieri di Palermo che spiega:

“Il Carabiniere è prima di tutto un cittadino di Palermo, perché ci è nato o comunque vi risiede. Il Carabiniere vive quotidianamente questa meravigliosa città insieme alla sua famiglia e ai suoi figli e, per questo, si sente fortemente coinvolto e spinto a migliorarne le condizioni di vivibilità e legalità”.

Il blitz odierno ha visto impegnati 200 Carabinieri di Palermo, supportati da 2 elicotteri del 9° Elinucleo di Boccadifalco, da 5 unità cinofile del Nucleo di Villagrazia, da militari del 12° Reggimento Carabinieri Sicilia e dello Squadrone Carabinieri Eliportato “Cacciatori Sicilia”, nell’esecuzione di 25 provvedimenti restrittivi nei confronti di altrettanti indagati, ritenuti a vario titolo responsabili di associazione mafiosa, estorsione consumata e tentata, danneggiamento, favoreggiamento personale, ricettazione, tutti commessi con l’aggravante del metodo e finalità mafiosi.

“L’indagine – denominata “Tale” – prosegue Di Stasio, ha permesso di: ricostruire gli assetti e le dinamiche criminali delle famiglie mafiose di “San Lorenzo”, “Partanna Mondello”, “Tommaso Natale” e “Pallavicino/Zen” (tutte appartenenti al mandamento di “San Lorenzo”) e della famiglia mafiosa di “Resuttana” (incardinata, invece, nell’omonimo mandamento unitamente alle famiglie mafiose di Acquasanta e Arenella); cristallizzare la storica riconducibilità del mandamento di Resuttana alla famiglia Madonia, evidenziando anche il ruolo ricoperto da Maria Angela Di Trapani, moglie dello storico boss di Resuttana, Salvino Madonia; rivelare come cosa nostra, per quanto depotenziata dai risultati investigativi e giudiziari, dimostri ancora la sua perdurante capacità di avvalersi della forza di intimidazione e del vincolo associativo per costringere i commercianti ad accettare l’imposizione del pizzo“.

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