Commemorato oggi a Palermo il dirigente dell’assessorato regionale alla Cooperazione Giovanni Bonsignore, ucciso dalla mafia il 9 maggio del 1990. Fu ucciso in via Alessio di Giovanni, zona via Libertà, da un sicario su commissione.

Il ricordo dell’assessore Edy Tamajo

Trentatré anni dopo, durante la cerimonia in suo ricordo, che si è tenuta questa mattina, presso gli uffici dell’assessorato alle Attività Produttive, l’assessore Edy Tamajo lo ricorda dicendo: “questa commemorazione è doverosa. Un atto di omaggio rispetto verso un uomo che è stato d’esempio per amministratori e politici. Il suo rigore verso ogni forma di gestione non trasparente di fondi pubblici, costituiscono ancora oggi un modello morale e professionale da perseguire”.

Bonsignore fu una vittima di Nino Velio Sprio, l’ex impiegato regionale a capo di una “personalissima” cosca gestita con metodi mafiosi, e piegata esclusivamente ai propositi di vendetta del capo. Sprio lo fece assassinare perché aveva smascherato i suoi “intrallazzi” nell’amministrazione.

Durante la cerimonia erano presenti oltre le forze dell’ordine: Rita Bonsignore sorella della vittima e il prefetto di Palermo, Maria Teresa Cucinotta.

Chi era Giovanni Bonsignore

Fu dirigente superiore dell’assessorato regionale della cooperazione, del commercio e pesca della Regione Siciliana. Aveva ostacolato la creazione del consorzio agroalimentare, un organismo all’epoca costato miliardi di lire, recuperati da capitoli di bilanci che egli sosteneva fossero destinati ad altre spese. Aveva preparato una relazione molto dettagliata nella quale sosteneva che secondo le leggi regionali e statali in vigore, il finanziamento predisposto dalla Regione Siciliana di circa 38 miliardi era illegittimo.

Bonsignore era uno dei due ispettori che avevano condotto l’inchiesta amministrativa per un finanziamento irregolare concesso dalla Regione Sicilia alla cooperativa “Il Gattopardo” di Palma di Montechiaro (sospettata di legami con la locale famiglia mafiosa), di cui era vicepresidente il suo collega Antonino Velio Sprio, che venne condannato per truffa proprio per effetto dell’inchiesta portata avanti da Bonsignore.