Comincia ad arrivare alle imprese di autotrasporto il contributo a fondo perduto per l’attraversamento dello Stretto di Messina dopo il sollecito inviato all’assessore regionale delle Infrastrutture e della Mobilità, Aricò”. Ad annunciarlo è CNA Fita Sicilia.
“E’ chiaro però che, come abbiamo ribadito nell’incontro del 17 gennaio scorso, la misura – sottolineano i vertici regionali del comparto – dovrà diventare strutturale e le procedure telematiche per presentare le domande di contributo dovranno essere semplificate”. Ci sono poi altri tre punti su cui Cna Fita continuerà a sollecitare la Regione e in particolare l’Assessorato di competenza. Il primo si riferisce agli imbarchi.
“La priorità va data ai mezzi che trasportano nel Continente le produzioni siciliane, in particolare ortofrutta e prodotti industriali. Accade da tempo che le navi, al momento dell’imbarco – spiegano il presidente Saro Tumino e i funzionari Daniela Taranto e Giorgio Straquadanio – abbiano diverse postazioni già occupate da semirimorchi, con la conseguenza che spesso, per saturazione dei posti nel bastimento, sono costretti a rimanere a terra e ad aspettare il turno successivo. Tutto questo comporta notevoli ritardi nelle consegne e quindi si penalizzano non solo gli autotrasportatori, ma in primo luogo le nostre produzioni agricole e industriali”.
Altro aspetto, riguarda la necessità di rinnovo, attraverso l’istituzione di un contributo in conto capitale, del parco circolante dei mezzi commerciali che, come confermano diverse indagini, è obsoleto. “Pertanto vorremmo che venissero stabilite delle misure specifiche affinché le imprese, sia del settore merci che trasporto persone, – proseguono i rappresentanti del comparto – possano rimodernare i propri veicoli ed essere in regola soprattutto con le nuove norme ambientali”.
Il terzo punto si collega alla questione delle strutture logistiche siciliane. “In particolare vanno rese attive – concludono Tumino, Taranto e Stracquadanio – l’interporto di Catania e l’autoporto di Vittoria, strutture, ad oggi, poco funzionali o addirittura, come nel caso dell’opera iblea che è diventata un vera e propria cattedrale nel deserto, oltre che fortemente vandalizzata. Su questi punti avvieremo un confronto continuo con l’Assessorato e con la deputazione regionale, affinché le criticità e le proposte, che come Cna Fita abbiamo sottolineato e avanzato, trovino soluzione e applicazione”.