Il Comune di Palermo prova a sbloccare definitivamente la spesa pubblica, in modo da investire sul potenziamento del personale e sul miglioramenti dei servizi resi alla comunità. La Giunta ha infatti varato questo pomeriggio lo schema di rendiconto di gestione 2022. Atto sul quale era arrivata, tra fine luglio ed inizio agosto, anche la nomina di un commissario da parte della Regione, a causa dei ritardi accumulati sulla predisposizione del documento. Tempi lunghi dovuti alla necessità di recuperare quanto lasciato indietro dalla precedente amministrazione. E, proprio rispetto al passato, rimane da risolvere un tema che pesa fortemente non solo sull’equilibrio dei conti del Comune, ma anche della tenuta del piano di riequilibrio, ovvero i disallineamenti con le società Partecipate.

Obiettivi: sbloccare investimenti ed assunzioni

Un documento, il rendiconto 2022, sul quale il sindaco Roberto Lagalla ha dichiarato che “si tratta dell’ultima tappa di un lungo percorso che questa amministrazione ha compiuto in poco più di un anno per rimettere ordine ai conti del Comune. Sono convinto che lo stesso spirito di responsabilità intrapreso dalla giunta sarà mostrato anche dal Consiglio comunale, dato che l’approvazione in Aula del documento rappresenterà l’ultimo passaggio che, dopo anni di stallo, permetterà finalmente all’Ente di spendere, investire e di assumere per rinforzare gli uffici e rimettere in moto la macchina comunale”.

Linea condivisa anche dal vicesindaco Carolina Varchi, promotore insieme ai dirigenti preposti dell’atto. L’esponente di Fratelli d’Italia, in una nota, fornisce alcuni numeri dell’atto in questione. “Questo atto, oltre a certificare di aver rimesso definitivamente a posto i conti del Comune arriva grazie alla regia del sindaco e all’immane impegno degli uffici della Ragioneria generale. Il Comune allontana così definitivamente lo spettro del dissesto. Il pilastro dell’Ente sono le entrate e, a questo proposito, l’altra delibera approvata oggi e propedeutica al Rendiconto 2022, ha riguardato l’accertamento dei residui che, tra le varie voci, fa registrare un incremento dell’1% nel 2022 (l’obiettivo nel Patto con lo Stato era dello 0,5%), mentre sono raddoppiate le entrate extratributarie rispetto al 2021, quando sono state di circa 12 milioni. Lo sforzo di approvare in un solo anno tutti i bilanci mancanti non è immediatamente percepito dai cittadini ma è la chiave per garantire i servizi che la città attende: riparte la spesa, ripartono gli investimenti e si sbloccano le assunzioni”.

I problemi: Fondo Crediti Dubbia Esigibilità e Società Partecipate

A proposito di numeri e cifre, a pesare sul bilancio comunale rimangono due grossi macigni. Il primo interessa il Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità (FCDE), ovvero le risorse che il comune di Palermo accantona per far fronte ad eventuali mancati gettiti tributari o di altre natura. Voce che, secondo quanto scritto nella delibera, si compone di circa 682 milioni di euro. L’altro problema riguarda i disallineamenti con le società Partecipate, ovvero la differenza di vedute su entrate ed uscite fra Palazzo delle Aquile e i bracci dell’Amministrazione. Secondo quanto riporta la delibera infatti, “il disallineamento al 31.12.2022 nei confronti delle Società in House per partite riconciliate dagli uffici competenti ma prive di copertura finanziaria continua a costituire una gravissima irregolarità contabile e ad essere in radice incompatibile con gliequilibri di bilancio futuri e con il Piano di Riequilibrio Finanziario Pluriennale rimodulato dal Consiglio comunale e in atto in stato di verifica a cura del Ministero dell’Interno e della Corte dei Conti