Un taglio di 13,5 milioni alle aziende partecipate del Comune, si salvano la scuola e i servizi sociali, mentre per completare tutte le linee di tram a Palermo si accenderà un mutuo di 21 milioni, che servirà a integrare gli oltre 20 milioni dell’amministrazione grazie ad un avanzo di gestione. In realtà il sistema tram è finanziato completamente dal Patto per il Sud, per cui il nuovo mutuo servirà a realizzare le opere accessorie.

E’ un bilancio con pochi spazi di manovra quello presentato oggi a Sala delle Lapidi dal sindaco Leoluca Orlando, il quale ha sottolineato che si tratta di “una razionalizzazione delle spese perché tutti i servizi ai cittadini saranno garantiti”.

Appostati 3,9 milioni per stabilizzare una parte dei dipendenti part-time e per poter assumere i dirigenti tecnici. I tagli toccano, ad esempio, le navette Amat, come quella interna all’ospedale Civico di Palermo, la pulizia delle caditoie, il monitoraggio delle buche e le derattizzazioni.

Una scelta obbligata, considerato che vanno accantonati 20,5 milioni di euro all’anno per 15 anni, relativi alle somme che vanno messe da parte per il cosiddetto ‘fondo di dubbia esigibilità’. Soldi che si ritiene di incassare ma che potrebbero anche non entrare nelle casse comunali.

Dopo Orlando è intervenuto il presidente del collegio dei sindaci Salvatore Sardo (componenti Carmelo Scalisi e Vincenzo Traina), che, pur dando parere favorevole, nel documento ha segnalato che “deve essere attuata una attenta politica di contenimento della spesa”. I revisori dei conti, nel rilevare che non è stato approvato ancora il piano triennale delle opere pubbliche – atto propedeutico al bilancio di previsione – tra le criticità di carattere generale hanno evidenziato il ricorso ai debiti fuori bilancio, “riconducibile alla incapacità di porre in essere una corretta programmazione e gestione delle risorse”.

Ma inoltre i revisori hanno messo tra le criticità il ripiano in 30 rate annuali relativo al disavanzo di amministrazione derivante dal riaccertamento straordinario dei residui, a cui si somma il disavanzo scaturito dal cambio di calcolo del Fondo credito di dubbia esigibilità che prevede il ripiano in 15 rate annuali a partire dall’esercizio 2021. “Il ripiano di questi disavanzi – scrivono i revisori – ha ampiamente impegnato la capacità di spesa dei prossimi anni”. E poi si sottolineano l’eccessivo ricorso alle anticipazioni di tesoreria che “assume carattere strutturale”. “Le anticipazioni – si legge nella relazione del collegio – non devono servire a supplire alla mancanza o insufficienza di entrate, rispetto alle spese da effettuare, ma hanno la funzione di colmare la lentezza con cui è acquisita la liquidità derivante dalle entrate accertate”. Domani alle 11 si apre la discussione generale in con gli interventi dei consiglieri.

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