Da Catania comune che sarebbe in debito di quasi 14 milioni e mezzo di euro a Oliveri comune debitore di 105 mila euro. Sono i 44 comuni siciliani maggiormente indebitati con Riscossione Sicilia, La società che si occupa delle tasse nell’isola e che da settimane è al centro di una forte polemica nata dopo che l’Ars ha cassato il contributo da 2 milioni e mezzo per il suo salvataggio.
Antonio Fiumefreddo, l’avvocato presidente della società, dopo aver attaccato i deputati regionali evasori, salvo poi fare marcia indietro dopo una lunga serie di smentite e querele, adesso se la prende con i Comuni siciliani. sarebbe 185 su 390, circa il 47%, i Comuni fortemente indebitati secondo un elenco che Fiumefreddo avrebbe fornito al Giornale di Sicilia (quello dei deputati evasori era stato pubblicato da La Sicilia).
E il plenipotenziario delle tasse in Sicilia, che non intende mollare l’osso di Riscossione Sicilia, annuncia, da oggi, un giro di vite attraverso l’avvio di procedure di pignoramento nei confronti della amministrazioni pubbliche iniziando dalle auto blu e proseguendo con tutte le somme che non sono legate a spese indifferibili o obbligatorie.
Ma l’attacco di Fiumefreddo non riguarda solo i Comuni. nella lista dei debitori ci sarebbero anche una serie di enti regionali sottoposti a controllo e vigilanza da parte di assessorati e gli stessi assessorati regionali. Una singolarità visto che la partita iva/codice fiscale della Regione siciliana è unica e dunque risulta difficile comprendere come possano essere singoli assessorati morosi e non l’amministrazione per intero.
Complessivamente i Comuni dovrebbero conferire nelle casse di Riscossione Sicilia 41 milioni e 38 mila euro ma sono tanti i comuni che annunciano una verifica in corso ma oppongono, nel frattempo, crediti che invece vantano dal riscossore e si dicono pronti a avviare loro atti di pignoramento e recupero coatto delle somme. ma se anche i comuni fossero debitori “mi chiedo cosa potranno pignorare – dice il vice presidente di Anci Sicilia Paolo Amenta – 260 comuni sono senza bilancio non avendolo potuto approvare perché non hanno un euro in cassa grazie alla Regione”. Di fatto un pignoramento dei mezzi utilizzati o delle somme destinate a investimenti otterrebbe solo la paralisi amministrativa di comuni già paralizzati.
Una vicenda che sembra analoga proprio a quella dei deputati conclusasi in una bolla di sapone con lo stesso Fiumefreddo che, dopo qualche giorno, elogiava i deputati regionali. Ma l’azione che potrebbe, in qualche modo, salvare Riscossione Sicilia dal fallimento (perché questo è lo scopo di tutte le azioni) sembra essere la causa che la società si prepara a intentare alla Monte Paschi di Siena socio della Serit riscossioni che avrebbe lasciato interessi passivi da 5 milioni di euro da pagare. somme che, se iscritte in bilancio come credito esigibili, potrebbero evitare la chiusura o il fallimento in attesa di contributi pubblici o della vittoria con risarcimento in una causa che si annuncia lunga e difficile.
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