Nel 2015, il taglio dei trasferimenti sui Comuni italiani superala soglia dei 2 miliardi di euro con una riduzione pari al 19,5% rispetto al 2012. I Comuni, per far fronte a questo mancato gettito, hanno aumentato le tasse locali portandola pressione fiscale sui cittadini a nuovi livelli record. Ciascun cittadino ha versato mediamente nelle casse degli oltre ottomila comuni italiani circa 611 euro per coprire le scadenze legate alle imposte e ai tributi locali.

Nonostante questo aumento di pressione fiscale i Comuni rischiano un ‘default collettivo’ e quelli siciliani sembrano essere i più in difficoltà in assoluto.

“Siamo sull’orlo di un default collettivo locale – dice il presidente dell’Istituto Demoskopika che ha curato l’analisi tecnica che ha dato vita al ‘borsino dei comuni italiani’, Raffaele Rio – con vittime predestinate cittadini, sindaci e imprese. E come se i sindaci avessero una disponibilità ridotta di sei milioni di euro al giorno per amministrare.La situazione finanziaria e contabile all’interno dei palazzi di città rischia di alimentare una situazione già allarmante”.

Il rischio concreto è quello dell’azzeramento dei servizi ai cittadini oltre che del ‘fallimento’ degli operatori sociali che lavorano per i comuni fornendo servizi alla cittadinanza. Con 8,4 miliardi di euro, lievitano, infatti, del 31,8% le spese per lo smaltimento dei rifiuti mentre restano ferme al palo le spese destinate ai servizi alle famiglie, alle imprese e alle associazioni e cooperative che spesso forniscono anche servizi sociali che subiscono un riduzione quantificabile in 13,3 milioni di euro, stabilizzandosi sulla soglia dei 3 miliardi di euro.

la situazione siciliana è perfino più grave secondo il Presidente dell’Anci Sicilia Leoluca Orlando “Assistiamo a una sistematica mortificazione dei Comuni che in Sicilia è aggravata da una crisi finanziaria senza precedenti e dalla mancanza di liquidità di cassa della Regione che attraverso i Comuni produce dissesti a ripetizione e penalizza i cittadini”.

“Si tratta – continua Orlando – di un quadro evolutivo “al ribasso”, che denunciamo da anni, che ha costretto sindaci ed amministratori locali ad aumentare la pressione tributaria e a tagliare i servizi essenziali a danno dei cittadini, impoverendo sempre più le nostre comunità”.

“È una situazione di emergenza della quale siamo consapevoli – conclude Orlando – e della quale rispondiamo solo noi amministratore in quanto siamo gli unici “metterci la faccia” nei confronti dei nostri concittadini, troppo spesso vittime inconsapevoli immolate all’altare della ‘spending review’ e di tagli tanto pesanti quanto indiscriminati”.