“Concerto Mediterraneo”,  l’ultima opera musicale di Giacomo Cuticchio sarà protagonista del concerto in programma venerdì prossimo, 8 settembre, alle 21, nella biblioteca di Casa Professa. La suite per fiati, legni, ottoni ed archi vede come strumento protagonista il pianoforte e si sviluppa in tre quadri.
Nel primo tempo – in tre movimenti: Audace, Largo, Vivace – viene eseguito l’omonimo piano- concerto dal quale prende nome l’intero spettacolo. L’opera è dedicata a chi non è riuscito ad oltrepassare il Mar Mediterraneo e raccoglie suoni, caratteri e suggestioni tipici della Sicilia, madre e culla di svariate civiltà. Si alternano temi ora gai e vivaci, ora infausti e austeri, che dal pianoforte si propagano per fondersi con gli strumenti della formazione cameristica sfruttando le differenti gradazioni armoniche.


Le suggestioni dell’epica mediterranea, che caratterizza la ricerca di Cuticchio, ci conducono al secondo quadro: una Suite di cinque movimenti intitolata Rosa dei Venti. I Venti protagonisti della suite vengono riproposti in una nuova versione per Ensemble allargato, che anticipa al pubblico la prossima uscita discografica del Giacomo Cuticchio Ensemble. Con il terzo quadro, Rapsodia Fantastica, si conclude il concerto.

Si tratta un omaggio che Cuticchio ha voluto dedicare al proprio mestiere di oprante-puparo, che lo ha formato sin dalla prima infanzia e che lo ha fortemente influenzato anche nella vita musicale. A Incanto, che interpreta la nascita di un pupo siciliano, segue Autoritratto di Astolfo in cui si identifica Giacomo Cuticchio, per concludere con il roboante Finale. I musicisti dell’Ensemble, ora paladini ora opranti nel teatro sonoro di Cuticchio, sono un’agguerrita “all star band” di giovani solisti siciliani di formazione ed esperienze internazionali. Si alternano così le agilità dei fiati e le profondità morbide e rugose dei legni con gli ottoni guerrieri e gli archi leggiadri, in un continuo cimento tra aperture solistiche e colore orchestrale.

Il pianoforte di Giacomo prende parte all’Opera come strumento portante e concertante dell’intero album, così come l’antico pianino a cilindro cui la tradizione assegna il ruolo di commentatore musicale degli spettacoli del Teatro dei Pupi, quel pianino che Giacomo suonava da bambino agli inizi del suo apprendistato di puparo e musicista.