Una norma di “attacco al paesaggio e di sanatoria“. Così l’associazione ambientalista “Legambiente” considera il comma 11 dell’articolo 12 della legge della Regione Siciliana numero 13 del 25 maggio 2022 che interviene in materia di regolarizzazione di concessioni edilizie in assenza di autorizzazione paesaggistica. Legambiente chiede al Governo nazionale d’impugnare la norma dinnanzi alla Corte Costituzionale.

La richiesta a Roma

Legambiente Sicilia ha inviato un’articolata memoria alla Presidenza del Consiglio e al Ministero della Cultura chiedendo che il Governo nazionale deliberi l’impugnazione davanti la Corte Costituzionale del comma che interviene di nuovo in materia di accertamento postumo della compatibilità paesaggistica delle costruzioni realizzate in zone sottoposte a vincolo e di regolarizzazione di concessioni edilizie rilasciate in assenza di preventiva autorizzazione paesaggistica, oltre i limiti costituzionali posti dal Codice dei beni culturali del 2004 e da plurime e univoche sentenze della Corte Costituzionale.

Norma simile già impugnata in passato

Una norma simile era già stata inserita nella legge regionale 23 del 6 agosto 2021 ed impugnata dal Consiglio dei Ministri il 7 ottobre 2021 e conseguentemente abrogata con la legge regionale n. 2 del 18 marzo 2022. “Come se nulla fosse – dice in una nota Legambiente – la Regione Siciliana, esorbitando dalle proprie potestà e invadendo ambiti in materia di tutela del paesaggio, sanatoria paesaggistica e sanzioni penali di esclusiva competenza dello Stato, ha riproposto l’estensione dei limiti di accertamento della compatibilità paesaggistica postuma e del rilascio dell’autorizzazione paesaggistica ex post e quindi la possibilità di “regolarizzare” (sanare, rendere efficaci/valide) concessioni edilizie, presentate prima dell’apposizione del vincolo, rilasciate senza la preventiva autorizzazione paesaggistica e legittimare (difatti condonare/sanare) immobili realizzati in violazione della normativa di tutela paesaggistica”