La procura della corte dei conti di Palermo ha aperto un’inchiesta sul concorso per 46 agenti forestali che è stato annullato dopo il sospetto di irregolarità e che avrebbe visto in testa alla graduatoria ufficiosa Alessio Maria Salerno, il figlio dell’ex dirigente della forestale Giovanni Salerno che prima di andare in pensione ha nominato la commissione esaminatrice del concorso. Il figlio del dirigente in base alla graduatoria che è circolata in rete prima della ufficializzazione sarebbe stato l’unico a rispondere a tutte le domande su 20 candidati e ottenere il massimo punteggio di 30.

La sospensione del concorso è stata annunciata dal presidente della Regione Renato Schifani sulla scorta dell’esito degli accertamenti compiuti da uno specifico collegio ispettivo, nominato dallo stesso governatore. Adesso c’è da stabilire chi dovrà risarcire la Regione per i circa 2 milioni di euro spesi per espletare il concorso che adesso rischia di naufragare.

“Accertata illegittimità degli atti”

“È stata accertata l’illegittimità degli atti della procedura concorsuale”, si legge in una nota, in quanto dalla “ampia relazione presentata dal collegio ispettivo emerge che ‘il dirigente generale del Comando del Corpo forestale dell’epoca avrebbe dovuto astenersi dal nominare il presidente della commissione di concorso, trovandosi in conflitto di interessi”.

Il “conflitto di interessi” dell’ex capo della Forestale “ha trovato conferma nella giurisprudenza amministrativa del Tar Sicilia e del Consiglio di giustizia amministrativa – dicono ancora dalla Regione – e la relazione è stata già trasmessa al dirigente generale del dipartimento regionale della Funzione pubblica per i consequenziali adempimenti di legge e l’adozione dei provvedimenti in autotutela”.

Lo stop dalla Regione

L’illegittimità stata accertata dal collegio ispettivo qualche giorno fa. Dopo le prime voci, la presidenza della Regione, si legge in un comunicato, “si è immediatamente attivata per l’accertamento dei fatti, coinvolgendo i vertici delle strutture amministrative regionali”.

Il collegio, formato dal segretario generale, dall’avvocato generale e dal suo vice, ha concluso oggi i lavori. Dall’ampia relazione presentata al presidente della Regione emerge che “il dirigente generale del comando del Corpo forestale dell’epoca, infatti, avrebbe dovuto astenersi dal nominare il presidente della commissione di concorso, trovandosi in conflitto di interessi”.

Tale principio ha trovato conferma nella giurisprudenza amministrativa del Tar Sicilia e del Consiglio di giustizia amministrativa.

Sono stati annullati tutti gli atti varati dalla commissione, comprese le prove scritte eseguite da 21 mila candidati a fine settembre tra Catania e Siracusa.

La relazione

La relazione è stata già trasmessa al dirigente generale del dipartimento regionale della Funzione pubblica per i consequenziali adempimenti di legge e l’adozione dei provvedimenti in autotutela.

“Rincresce per i tanti giovani che con sacrificio hanno partecipato alle prova del concorso – dice il presidente Schifani – ma l’annullamento degli atti, come indicato dal collegio ispettivo e in sintonia con la giurisprudenza amministrativa, è a questo punto l’unica soluzione percorribile per ripristinare la legalità violata e consentire una partecipazione, con pari opportunità, a tutti i concorrenti. Sono certo che in poco tempo saranno selezionati i migliori”.

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