Al via i due giorni del 2° congresso internazionale della Rete Europea per le Celebrazioni della Settimana Santa e della Pasqua, organizzato dalla Fondazione Federico II.
I Musei della Settimana Santa
Un passaggio importante nel cammino che si propone il riconoscimento dei riti pasquali quali Itinerario Culturale Europeo, con l’apertura in diverse località dei Musei della Settimana Santa, fra cui Caltanissetta.
I presenti ai lavori
Ad inaugurare i lavori, a Palazzo Reale, il direttore della Fondazione Federico II Patrizia Monterosso. Partecipano il direttore dell’Istituto centrale per i Beni Immateriali del Ministero italiano della Cultura, Leandro Ventura; Ignazio Buttitta, ordinario di Antropologia culturale dell’Università degli Studi di Palermo e responsabile scientifico del congresso; Sergio Ortega Munoz, responsabile della Tutela del Patrimonio e Programmi europei per il ministero della Cultura spagnolo; Julio Grande Ibarra coordinatore del comitato scientifico della Rete europea. Presenti il sindaco e l’assessore alla Cultura del comune di Caltanissetta, Roberto Gambino e Marcella Natale.
La rete europea, ne fanno parte cinque nazioni
Fanno parte della Rete europea 18 città di cinque nazioni, Italia, Spagna, Malta, Portogallo e Slovenia, fra cui Palermo e Caltanissetta. L’ostacolo maggiore da superare per ottenere l’ambito riconoscimento è quello veicolare il messaggio per cui i riti della Settimana Santa, sebbene legati strettamente alla cultura cattolica, afferiscono ad un’area semantica molto più ampia in cui affonda le radici la stessa cultura europea.
Monterosso: “Riti che non afferiscono solo alla fede, sono patrimonio demo-etnoantropologico”
“La nostra presenza qui – ha detto Patrizia Monterosso – con partecipanti provenienti da vari territori, attesta una convergenza di visioni e la tutela di identità ampie che non riguardano solo le rappresentazioni ma una socialità coesa. La forza delle tradizioni legate alla Settimana Santa ha sortito la rifondazione continua di un “cosmos” storico e sociale, minacciato dagli impulsi di una cultura connotata da massificazione e banalizzazione. Il Consiglio d’Europa e l’Unesco devono capire che esse non afferiscono solo a questioni legate alla fede ma a contenuti demo-etnoantropologiche, senza le quali non potremmo parlare di identità transnazionale”.
La vittoria del “cosmos” sul caos
Un’idea condivisa da Buttitta, secondo cui i riti della Settimana Santa sono segni che trascendono il significato liturgico richiamando la vittoria del “cosmos” sul caos.
Preservare il patrimonio che ha costruito e tenuta unita l’Europa
“Vogliamo – ha detto Ibarra – preservare il patrimonio che ha costruito e tenuta unita l’Europa, che è nata sul Cristianesimo”.
Occasione di sviluppo del turismo ma senza snaturare le manifestazioni
La tutela e valorizzazione dei riti legati alla Pasqua rappresentano un’occasione di sviluppo del turismo cui si lega la crescita economica dei territori. Un aspetto che va bilanciato con la necessità di tutelare l’integrità di tali manifestazioni senza snaturarle a beneficio dei turisti.
Riflettere sui significati antropologici dei riti
“Le Settimane Sante – ha detto Buttitta – sono oggetto di studio fra gli economisti e rischiano di diventare merce, quando invece bisogna tornare a riflettere sui significati antropologici dei riti”.
Preservare il patrimonio immateriale, identità di un territorio
“Il ministero – ha detto Ventura – sta promuovendo un segmento che è quello del “turismo delle radici” volano per attrarre la popolazione più giovane nei borghi e nelle aree interne. Tutto il patrimonio immateriale va preservato perché rappresenta l’identità di un territorio”.
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