Terzo anniversario di attività domani per la Consulta delle culture e che rappresenta un passaggio storico per la città di Palermo che ha visto per la sua elezione la partecipazione di oltre settemila cittadini palermitani di nazionalità non-italiana.
“La Consulta delle culture – commentano il sindaco Leoluca Orlando e l’assessore alla Partecipazione, Giusto Catania – rappresenta un’esperienza straordinaria, unica in Europa, di protagonismo politico delle comunità di migranti, un luogo di partecipazione e di costruzione del dialogo interculturale ed interreligioso In questi tre anni, la Consulta si è affermata come la quarta istituzione della città, avendo cura e prestando attenzione alla intera comunità cittadina e costruendo spazi autonomi di iniziativa e momenti di collaborazione con le tutte istituzioni cittadine; è stata il centro di tutte le attività che hanno coinvolto le comunità straniere e contemporaneamente un punto di riferimento per tutti coloro che hanno condiviso l’impegno e la pratica di cittadinanza attiva.
La città di Palermo deve molto all’impegno dei ventuno consiglieri della Consulta, democraticamente eletti a rappresentare trentamila cittadini palermitani di nazionalità non italiana, i quali hanno saputo interpretare in modo egregio il loro impegno politico ed istituzionale. Una menzione particolare – proseguono Orlando e Catania – merita chi, in questi tre anni, ha guidato la consulta delle culture: Adham è stato un ottimo presidente che ha partecipato da protagonista a tutti i passaggi della vita istituzionale della città dimostrando impegno e passione, onorando la carica con professionalità e competenza e facendosi carico di valutazioni e di proposte volte a superare criticità e a sempre più caratterizzare Palermo come simbolo e città della accoglienza”
Le annunciate dimissioni del presidente della Consulta delle culture saranno oggetto della prossima riunione plenaria che si svolgerà Lunedì 24 presso la sede istituzionale di Palazzo Cefalà.
“Ci auguriamo – concludono il sindaco di Palermo e l’assessore alla Partecipazione – che l’assemblea della Consulta possa convincere Adham Darawsha a continuare il suo impegno di presidente, riconfermandogli la fiducia e respingendo le sue dimissioni, convinti del fatto che abbia operato bene, esclusivamente nell’interesse della città e di tutte le comunità. In caso contrario l’assemblea della Consulta delle culture sarà chiamata ad eleggere, in autonomia, un nuovo presidente, nella consapevolezza che il ruolo di questa istituzione deve continuare ad essere un punto di riferimento per tutta la città di Palermo”.
“Ho appreso poco fa del comunicato stampa del Comune in occasione dei tre anni della consulta. È stato un percorso politico collettivo e personale molto gratificante e utile come esempio di partecipazione degli immigrati alla vita politica. Ho cercato assieme ai miei colleghi di dare sempre un buon esempio di disponibilità ed impegno gratuito al servizio dell’intera città e non solo degli immigrati, partendo dal concetto che tutti noi Viviamo nella stessa città, uno spazio comune civico e culturale. Ho cercato nel mio rapporto con l’amministrazione di mantenere sempre la mia promessa fatta appena eletto tre anni fa di essere sempre leale ma mai fedele”.
Lo dice il presidente dimissionario della Consulta delle Culture Adham Darawsha. “Ho sempre cercato di mediare e di promuovere soluzioni sostenibili – aggiunge Darawsha – sapendo che l’accoglienza e i suoi obblighi sono spesso molto complessi da gestire e portare avanti, e che non si può sempre ottenere il massimo dei risultati. Ho lavorato tanto assieme al gruppo per promuovere un dialogo e un avvicinamento tra le varie comunità etniche e religiose che risiedono in città per il bene di tutta la “comunità palermitana”.
Due settimane fa però mi sono visto costretto a fare un passo indietro di fronte a una situazione di stallo che si portava avanti da tempo su vari fronti. Ad iniziare dalla crisi del sistema Sprar, della situazione difficile delle comunità per i minori non accompagnati, entrambi in forte difficoltà per i ritardi dei trasferimenti economici da parte del comune, della mancata attuazione dei piani di compensazione concordati per gli ambulanti, della mancanza apertura del luogo di culto multi confessionale , che aspettiamo da due anni. Ma soprattutto la morte dell’immigrato ghanese, Ernest sul marciapiede di corso Tukory senza che gli uffici comunali competente facessero un minimo sforzo sul tema dei senza tetto”.
Per l’ex presidente si tratta di “un’inerzia da me dolorosamente constata e denunciata in varie modi all’amministrazione mi ha fatto comprendere di non potere più proseguire il mio percorso come presidente della Consulta conclude Darawsha – È stata una scelta dolorosa per uno che in tre anni ha cercato di essere il più generoso e il più disponibile per il bene di una città che amo tanto. Ma era una scelta necessaria! per cercare di dare una scossa ad un sistema che si era di fatto bloccato e incapace donerà dare risposte reali e concreti. Sperando che l’amministrazione passi dalle parole e le promesse prese ai fatti e ad una maggiore attenzione sulla situazione globale dell’accoglienza in città.
È una mia convinzione che le mie dimissioni per tutti questi motivi debbano continuare ad essere definitivi. In quanto non ci sono le condizioni politiche e personali per ritirarle. Mi auguro che il 24 ottobre la consulta possa eleggere una o un nuovo presidente.
E che possa continuare a portare avanti questo impegno per il bene degli immigrati e della città. A cui darò il mio sostegno e Cercherò ove possibile di continuare a dare il mio contributo personale e politico ad un percorso di partecipazione che vede nella carta di Palermo una pietra miliare e che cerca di attuarne i principi. Cosa che purtroppo spesso non si poteva fare con questa amministrazione. Un ringraziamento forte e caloroso al sindaco Orlando per il suo sostegno e per la sua vicinanza in questi giorni, un periodo non certo facile per me ma credo neanche per lui”.
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