Il governo blinda il Natale e va al nuovo scontro con le Regioni imponendo il divieto di spostamento anche tra i Comuni per il 25 dicembre, Santo Stefano e Capodanno. Una misura “ingiustificata” dicono i presidenti in rivolta, secondo i quali si viene a creare una disparità di trattamento tra chi abita in una grande città e i milioni di italiani che vivono invece nei piccoli comuni. Ma lo scontro è anche nel Pd, con 25 senatori che chiedono al premier Giuseppe Conte di rivedere le “misure sbagliate” e il segretario Nicola Zingaretti che ribadisce la necessità di “misure rigorose”. Qualche deroga potrebbe però essere concessa anche alla luce del parere del Comitato tecnico scientifico secondo il quale, proprio in considerazione della differenza di dimensioni tra città e comuni, vanno comunque garantiti per le realtà più piccole gli spostamenti “per situazioni di necessità e per la fruizione dei servizi necessari”.

Vince dunque la linea dei rigoristi nel giorno in cui l’Italia registra purtroppo il record di vittime per Covid dall’inizio della pandemia, 993 in 24 ore. Il decreto legge ‘cornice’, già in vigore, e il Dpcm valido dal 4 dicembre fino al 15 gennaio, contengono tutte le restrizioni già annunciate nei giorni scorsi e nessuna delle ‘concessioni’ che erano state ipotizzate o chieste dai governatori.

E’ il Premier Conte in diretta a raccontare le misure. Negozi aperti fino alle 21 ma niente centri commerciali aperti nei fine settimana e nei festivi, ristoranti chiusi la sera, niente sci fino al 7 gennaio, quarantena per chi viene dall’estero. Chi va all’estero dovrà poi rimanere due settimane in quarantena, chi decide di passare l’ultimo dell’anno in albergo dovrà cenere in camera ma soprattutto non ci si potrà muovere dal proprio Comune a Natale, Santo Stefano e Capodanno, giorno questo in cui anzi il coprifuoco sarà posticipato dalle 5 alle 7. Unica concessione, l’apertura dei ristoranti a pranzo il 25 e 26 dicembre e il 1 gennaio, anche se il divieto di muoversi sarà comunque un ostacolo.

Ci saranno delle eccezioni ma saranno le Faq di palazzo Chigi a chiarire quali saranno le “situazioni di necessità” che consentano di uscire dal proprio comune. Sarà sempre possibile rientrare a casa e questo renderà possibile anche,  ad esempio, il ricongiungimento delle coppie che vivono sieme ma che sno separate per motivi di lavoro.  Tra queste ci saràanche  la possibilità di raggiungere gli anziani soli non autosufficienti.

Tutti d’accordo, invece, sul ritorno a scuola dei ragazzi delle superiori. Dal 7 gennaio saranno in presenza al 75% e nel frattempo partirà un tavolo con i prefetti per affrontare il problema irrisolto da settembre, quello dei trasporti. Nella bozza del Dpcm era al 50% ma, dicono dall’Istruzione, su sollecitazione della ministra Lucia Azzolina si è arrivati al 75%.

Da qui a due settimane, dice Conte, ci sono le condizoni perchè la curva scenda ancora e l’Italia sia tutta, o qusi, zona giallae non possiamo permetterci di gestie le feste con le regole delle zone gialle o la curva risalirà e torneremoin emergenza comee più diprima. Dunque “non possiamo imporrre a nessuno cos fare dentrocasa propria ma la nostraè una raccomandazione forte che vi prego di rispettare: non ricevete a casa persone non convinventi”. Insomma il cenone con la famiglia senza nessn ospite. Nulla di nuovo, dunque, enessuna apertura alle feste e agli italiani

Articoli correlati