Scoperta dello spazio, robotica e bioscienze. Astronomia, ingegneria e medicina. Sono questi i tre temi su sui ci muoveranno le economie mondiali nei prossimi decenni. Temi importanti su cui l’Italia dovrà fare attenzione nella definizione della propria agenda politica. All’interno dell’ambito medico si stanno aprendo numerosi dibattiti sulle tecnologie e sulle procedure su cui puntare in futuro. Casistica nella quale rientrano a pieno titolo la donazione degli organi e i trapianti. Tecniche salvavita che hanno aiutato tantissime persone negli ultimi decenni. Un tema non sempre facile da affrontare sia per i risvolti etici che per quelli legislativi. Di questo e di molto altro si sta parlando a Palermo, in una due giorni di eventi tenuta alla facoltà di Giurisprudenza dal titolo “Donazione di organi e donazione del corpo. Opportunità ed elementi critici“.
L’importanza della donazione degli organi
Il convegno nazionale si svolge fra il 24 e il 25 maggio. Ad organizzarlo è stata Lucia Craxì, coordinatrice Osservatorio Persona e Autodeterminazione in Medicina dell’Università di Palermo. “L’innovazione è essenziale, ma è il futuro. Dobbiamo guardare al presente. Il convegno si strutturerà intorno ad alcuni temi chiave: l’organizzazione del sistema, il ruolo del personale sanitario e la comunicazione con il pubblico e la cultura diffusa delle donazioni“. Una linea di pensiero condivisa anche da Giuseppe Feltrin, direttore generale del Centro Nazionale Trapianti. “La donazione degli organi rappresenta una realtà estremamente importante. Scegliere in vita di farlo significa offrire in futuro un’opportunità di salvezza a tutti i pazienti in attesa. In Italia sono quasi 8000. Non avere questa possibilità, significa morire“.
Xenotrapianti e tecniche del futuro
Fra le tecniche di cui si è discusso c’è lo xenotrapianto, ovvero l’utilizzo di organi di animali (solitamente maiali) per il trapianto negli esseri umani. Una storia che parte dagli anni ’60 con le prime sperimentazioni e che arriva ai giorni nostri. Recentemente infatti, sono stati tentati due trapianti di cuore e uno di rene, anche se non hanno avuto il successo sperato. “I risultati non sono stati i migliori possibili – ha sottolineato Feltrin -. Ma si tratta di una strada che ci insegna delle nuove cose e ci dà opportunità per il futuro“. E guardando in prospettiva è proprio il neo direttore generale del Centro Nazionale Trapianti a tracciare la possibile linea di questo settore. “Le strade del futuro sono lo sviluppo della donazione a cuore fermo. Lo sviluppo delle macchine per rigenerare gli organi donati. Tutto questo passa attraverso la ricerca. Da qui il ruolo del Centro Nazionale Trapianti che in sinergia con l’Istituto Superiore di Sanità promuove la ricerca del trapianto come strada di crescita e come possibilità di cura per tutti i nostri pazienti.
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