Un uomo del Maryland, Stati Uniti d’America, ha vissuto per tre giorni con un cuore di maiale che gli batteva nel petto.

L’intervento chirurgico è stato effettuato presso il Centro medico dell’Università del Maryland ed è prima volta che un maiale geneticamente modificato è stato utilizzato come donatore di organi.

Dave Bennett, 57 anni, ha accettato di essere il primo a rischiare l’intervento chirurgico sperimentale, sperando che gli avrebbe dato una possibilità di tornare a casa dal suo amato cane, Lucky.

“Un miracolo”, ha detto il figlio David, due giorni dopo l’intervento chirurgico di allungamento della vita del genitore. “Questo è ciò di cui mio padre aveva bisogno ed è quello che ha ottenuto”.

Nell’intervento chirurgico di nove ore, i medici hanno sostituito il suo cuore con quello di un maiale di 1 anno, di 110 chilogrammi, modificato con il gene e allevato appositamente per questo scopo.

Bennett respira da solo senza ventilatore, anche se resta collegato a una macchina ECMO (tecnica di circolazione extracorporea) che fa circa la metà del lavoro di pompaggio del sangue in tutto il corpo. I medici hanno in programma di alimentarlo lentamente.

Gli scienziati hanno lavorato per decenni per capire come salvare le vite umane con gli organi degli animali. Più di 100mila persone si trovano nelle liste d’attesa per i trapianti di organi, soffrendo di sintomi ed effetti collaterali terribili. Circa 6mila di loro muoiono ogni anno aspettando invano che la tragedia di qualcun altro gli dia un rene, un cuore o un polmone.

I maiali hanno organi simili agli umani. Se quegli organi potessero essere utilizzati nei trapianti, l’attesa finirebbe. Le persone, mai considerate candidate per i trapianti, potrebbero tornare a vivere.

Questa è la promessa del cosiddetto xenotrapianto. E c’è stato un grande balzo in avanti con l’intervento chirurgico di Bennett.

“Questa è una svolta davvero notevole”, ha affermato Robert Montgomery, chirurgo dei trapianti presso la NYU Langone e lui stesso un paziente trapiantato di cuore. “Sono entusiasta di questa notizia e della speranza che dà alla mia famiglia e ad altri pazienti che alla fine verranno salvati da questa svolta”.