Non solo una inchiesta della magistratura ma anche una disciplinare da parte della Regione sulla somministrazione del vaccino al sindaco di Corleone Nicolò Nicolosi e a parte della sua giunta senza che ne avessero diritto. Per questa vicenda domani il sindaco si dimetterà

Scatterà la sospensione per il direttore sanitario di presidio

“Dalla prima ricostruzione dei fatti di Corleone è emerso che il direttore sanitario dell’Ospedale, in violazione della circolare emanata, ha proceduto alle dosi di richiamo a quanti, tra cui il primo cittadino, non avevano diritto neppure alla prima. È stato così violato un provvedimento regionale che è stato consolidato da una pronuncia del Tar. Per questa ragione ho dato mandato al direttore generale dell’Asp di Palermo di procedere alla sospensione del dirigente e di avviare i procedimenti disciplinari conseguenti. Non mi consola che esempi analoghi si stiano delineando in tutto il territorio nazionale. Lo sforzo di migliaia di medici, volontari e cittadini non può essere vanificato da posizioni personali e, soprattutto, da operatori che non tengono in alcuna considerazione le decisioni assunte. La Regione non può decidere di violare il calendario vaccinale e non può farlo nessuno”. Lo ha dichiarato l’assessore regionale per la Salute, Ruggero Razza.

Dosi scongelate che sarebbero andate sprecate

La vicenda era stata raccontata dallo stesso sindaco qualche ora prima “Quelle dosi potevano andare sprecate visto che non si sapeva a chi somministrarle”, dice Nicolosi un po’ come tutti i furbetti finiti nella bufera, ma lui va ben oltre. “Avevo avvertito Musumeci dopo aver fatto il vaccino. Il sindaco è l’autorità sanitaria del territorio e per questo mi sono vaccinato”.

Sindaci come gli operatori sanitari

“Del resto – aggiunge ancora il sindaco – non si comprende come i primi cittadini e gli amministratori non siano rientrati tra le categorie a cui dare priorità visto che il sindaco è la prima autorità sanitaria sul territorio e che gli assessori in questi periodo di chiusura e smart working hanno lavorato per non fare bloccare la macchina amministrativa”.

“A mio avviso è stata una grossa dimenticanza da parte dell’organizzazione. – prosegue -. Noi amministratori veniamo a contatto quotidianamente con i cittadini e nelle nostre zone il virus ha circolato provocando chiusure e centinaia di positivi”.

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