Il gip di Palermo ha convalidato l’arresto in flagranza, con l’accusa di corruzione, del presidente della Samot Mario Lupo e del dirigente dell’Asp Francesco Cerrito, finiti in manette durante lo scambio di una tangente. Per entrambi sono stati disposti gli arresti domiciliari. Interrogati, hanno ammesso tutti e due l’accordo corruttivo.

Ieri Mario Lupo aveva firmato le dimissioni e già trasmesse via Pec alle società che guidava. E’ stata la mossa difensiva messa sul tavolo dall’avvocato Salvatore Gugino nell’udienza di convalida per ottenere i domiciliati.

Il ragioniere-commercialista, presidente della Samot e delle società consortili a responsabilità limitata Adi (Assistenza domiciliare integrata), ha lasciato ogni incarico nel tentativo di allontanare il rischio di reiterazione del reato e alleggerire così la propria posizione.

I pm Giacomo Brandini e Andrea Zoppi avevano chiesto al Gip, Giuseppina Zampino, la custodia cautelare in carcere per lui e per Francesco Cerrito, direttore del dipartimento Integrazione socio-sanitaria dell’Asp. Entrambi erano stati arrestati in flagranza per corruzione, dopo che Lupo aveva consegnato a Cerrito una bomboniera contenente duemila euro, venerdì pomeriggio nel viale interno dell’ex manicomio di via Pindemonte, oggi sede dell’Asp 6. L’inchiesta riguarda le convenzioni per l’assistenza domiciliare ai pazienti fragili.

Durante gli interrogatori è stata contestata a Cerrito, assistito dall’avvocato Fabrizio Biondo, un’intercettazione in cui avrebbe avvisato Lupo dell’arrivo di controlli sulle sue società. Per l’accusa è la conferma di un patto corruttivo stabile, ben oltre i singoli episodi ammessi dagli indagati. E davanti ai magistrati i due hanno riconosciuto lo scambio di denaro (più di uno, nei mesi scorsi), ma cercando di ridimensionarne la portata.

L’ormai ex numero uno del Cda di Samot e Adi24 ha ammesso di avere consegnato somme al dirigente dell’azienda sanitaria in cinque o sei occasioni, sostenendo però che non si trattasse di tangenti bensì di regali per ringraziarlo della puntualità nei pagamenti, che consentiva di retribuire senza ritardo i collaboratori delle onlus. Dal canto suo Cerrito ha negato di avere favorito pratiche indebite e spiegato che nessun pagamento alle società sarebbe stato fuori dalle regole.

Le indagini della Squadra mobile, coordinate dalla Procura, descrivono invece un quadro più strutturato. Secondo gli inquirenti, il funzionario pubblico, che firmava gli affidamenti per le convenzioni relative alle cure palliative e all’assistenza domiciliare da cui dipendevano milioni di euro di servizi ogni anno, avrebbe segnalato a Lupo anche alcune criticità riscontrate durante i controlli interni, come reagenti scaduti o campioni irregolari, invitandolo a effettuare verifiche supplementari per evitare contestazioni formali da parte dell’azienda sanitaria. Un tema delicato perché l’articolo 16 della convenzione con Adi24 prevede penalità precise: in caso di inadempienze, l’Asp può contestare le irregolarità imponendo sanzioni in fattura da 500 a 5 mila euro, arrivando fino alla sospensione o alla revoca del contratto se le violazioni non vengono risolte entro quindici giorni.

Le fotografie raccolte in un anno di pedinamenti mostrano i due in diversi incontri: nei bar di viale Regione Siciliana e via Notarbartolo, fino al parcheggio dell’Asp di via Pindemonte, dove venerdì scorso è scattato il blitz degli agenti. Fondamentali le immagini della telecamera nascosta nell’auto di Lupo, che ha ripreso la consegna di una bomboniera – di quelle che gli sposi offrono ad amici e parenti nei matrimoni – con all’interno duemila euro in contanti. Non sarebbe stata la prima volta: in altre occasioni, infatti, il denaro sarebbe stato nascosto persino in una confezione di medicinali.