Di episodi di corruzione nella pubblica amministrazione sono piene le cronache degli ultimi tempi. Un cancro che non ha alcuna identificazione geografica e che colpisce in qualsiasi realtà dove non esiste un confine chiaro tra chi controlla e chi è controllato.

Ma questo fenomeno, così diffuso, non dovrebbe essere combattuto soltanto nella sua fase terminale – e cioè quando sono già scattati i provvedimenti giudiziari -, ma va “curato prima che si manifesti in queste forme così accese”.

A sostenerlo è Bartolomeo Romano, professore di Diritto penale all’Università di Palermo.

«Si può fare prevenzione attraverso un’attività di formazione di tutti gli esponenti del mondo della Pubblica amministrazione» ha sostenuto Romano, nel corso di un convegno organizzato dall’Università Pegaso, dal Centro studi Giustiniano, dal Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Palermo e dall’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Palermo, dal titolo: “Le buone pratiche”.

Un incontro durante il quale, tecnici ed esperti, hanno affrontato le tematiche legate alla legge anticorruzione e alle sue ricadute sul mondo professionale ed economico.

«Uno dei passaggi fondamentali per vincere la corruzione – ha detto Francesco Greco, presidente del consiglio dell’Ordine degli avvocati di Palermo – sta nella coscienza di noi cittadini che dobbiamo essere solerti a denunciare qualsiasi episodio o tentativo di corruzione o concussione».

Ma un altro dei punti chiave per combattere questo fenomeno, sempre secondo Greco, passa attraverso lo snellimento della burocrazia che «E’ motivo di freno allo sviluppo dell’economia e può essere terreno fertile per la corruzione».

Grazie alla legge “Severino” (L. 190/2012) ci sono una serie di strumenti attraverso i quali è possibile arginare il fenomeno ma, come ha sostenuto Romano, «bisogna conoscerli e saperli applicare».