Ha fatto della diversità il suo punto di forza. Perché lui gli ostacoli è abituato a superarli, e ha grinta e determinazione da vendere. E poi sa correre come nessun altro, come un vero fuoriclasse, perché “è la cosa che so fare meglio e mi piace di più”.

Raffaele di Maggio, un ragazzo disabile di 15 anni di Torretta, è il più veloce della storia d’Italia. Nessun atleta, nemmeno tra i normodotati, all’età di Raffaele corre come lui.

Ma per il ragazzo la vita, è stata e continua ad essere tutta in salita. Raffaele dalla nascita è affetto da un deficit intellettivo-relazionale, a cui si aggiunge una severa dislessia. Legge e scrive con difficoltà, è goffo e scoordinato in alcuni movimenti anche semplici, ma a correre è bravissimo.

Lo scorso 16 marzo ha vinto i campionati del mondo sui 60 metri Inas, riservati alle persone con disabilità intellettiva. Il suo tempo (7 secondi e 11 centesimi) è il miglior fatto segnare da un atleta azzurro a livello giovanile.

A scoprire le potenzialità di Raffaeleè stato Orazio Scarpa, insegnante di sostegno e di educazione fisica che alla scuola media di Torretta conosce il ragazzo nel 2013. Chiuso in se stesso, spesso in disparte, Raffaele era accettato dai compagni ma non riusciva a sentirsi in grado di interagire con loro. Orazio capisce che lo sport può fare la differenza. Porta Raffaele in palestra per fare alcuni palleggi e finiscono per mettersi a correre.
Orazio non può credere a ciò che vede, Raffaele ha una potenza non indifferente. Poi è stata tutta una emozionante avventura, una vittoria dopo l’altra, una conquista continua.

Nel 2015 Raffaele, che compirà 15 anni il prossimo 23 giugno, ha vinto i Giochi studenteschi nazionali. “È stata la mia gara più bella, non me l’aspettavo proprio di poter arrivare davanti a tutti. È successo così, all’improvviso”, spiega a ilfattoquotidiano.it.

Anche quando corre Raffaele è un po’ sgraziato: “Si nota meno nello sprint e di più su distanze maggiori, come il mezzofondo – dice Orazio – . È uno dei tanti margini di miglioramento su cui lavorare: “Infatti io gli faccio fare più discipline possibili: parteciperà ai campionati di corsa campestre, credo che possa fargli bene. Anche perché, nonostante i risultati eccezionali sui 60 metri, sono convinto che lui non sia uno sprinter puro: è presto per specializzarsi, ma la sua gara potrebbero essere i 200 o i 400 metri, oltre alla potenza ha anche grandi capacità di resistenza”.

A fine marzo Raffaele è stato ricevuto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Quirinale, insieme ad una delegazione di atleti paralimpici.

Il prossimo passo potrebbe essere la nazionale: “Vestire quella maglia sarebbe bellissimo”, confessa lui.
“Dipenderà da mille cose”, si mantiene prudente il suo allenatore. “Lo sviluppo (è alto 1,72 m e si spera possa crescere ancora), un pizzico di buona sorte, gli infortuni: ha qualche problema posturale che con l’aumentare dei carichi potrebbe dargli fastidio, la Federazione sta investendo tanto per garantirgli controlli e salute”. Per adesso continuerà allenamenti e gare in Sicilia, “perché il suo percorso personale e la serenità mentale sono al primo posto”.

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