Roberto Lagalla, candidato a sindaco di Palermo del centrodestra, ha incontrato alcuni commercianti ed imprenditori del capoluogo siciliano. Lagalla ha illustrato uno dei suoi punti chiave del suo programma che riguarda l’attenzione e la vicinanza concreta agli imprenditori che subiscono pressioni mafiose.

“I dati di Confcommercio sui posti di lavoro a rischio nel Mezzogiorno a causa innanzitutto dell’usura e del racket destano grande preoccupazione – ha sottolineato durante l’incontro – così come, la percezione di solitudine contro questi fenomeni malavitosi da parte del 21 per cento delle imprese del Sud. Tra i punti chiave della mia azione amministrativa per Palermo c’è proprio l’attenzione e la vicinanza concreta agli imprenditori che subiscono pressioni dalla mafia. È mia intenzione avviare assieme al mondo dell’impresa una vera e propria ‘rivoluzione economica’, un nuovo approccio sistemico alla sicurezza della città e all’apertura internazionale dell’economia urbana, anche attraverso una premialità fiscale”.

“Porte di Palazzo delle Aquile saranno spalancate ai più fragili”

E prosegue “Le porte di Palazzo delle Aquile saranno spalancate ai più fragili e a tutti coloro che subiscono pressioni mafiose. Daremo loro sostegno, favorendone l’avvio di un percorso meno gravoso e solitario di ripristino della legalità. Mai più un euro di chi fa impresa e produce occupazione deve finire nelle tasche dei mafiosi. Mai più un’impresa palermitana deve sentirsi sola nella lotta contro chi taglieggia e chiede il pizzo. Il Comune – conclude – sarà sempre e comunque dalla loro parte, con atti e fatti concreti”.

I numeri diffusi da Confcommercio

I dati Confcommercio sulla presenza di fenomeni illegali nel 2021 fotografano una situazione che vede gli imprenditori del Mezzogiorno più preoccupati che nel resto d’Italia. Di fronte a richieste di denaro e minacce della criminalità la risposta più gettonata dalle imprese è la denuncia, con il 66,7% degli imprenditori del sud che vedono nella denuncia lo strumento di contrasto più adeguato (contro il 58,4% della media nazionale).

Un altro dato più accentuato rispetto al resto d’Italia riguarda la ricerca di aiuto di altre associazioni di categoria (36,3% nel Mezzogiorno contro il 33,7% nazionale), mentre il 41% circa degli imprenditori del sud ammette di non sapere come agire. L’usura è il fenomeno criminale percepito in maggior aumento dagli imprenditori del sud (30%, +3 punti percentuali sul dato nazionale), seguito da abusivismo (26%, +4 punti sulla media nazionale), furti (24%, +3 punti) e racket (22%, +1 punto).

Questo trend è più marcato rispetto al resto del paese. In generale, nel Mezzogiorno il 16,6% delle imprese del terziario di mercato percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2021, valore più elevato rispetto al dato nazionale (11,8%).

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