“I miei primi cento giorni”; il candidato a sindaco del centrosinistra Franco Miceli presenta il suo programma di breve-medio termine in caso di vittoria nella prossima competizione elettorale del 12 giugno. Lo fa alla presenza della squadra di assessori scelta per lo scopo.

Miceli: “Voglio una Palermo partecipata”

E’ proprio il candidato della coalizione di centrosinistra a presentare i punti cardine del suo programma. “Credo che il nostro programma abbia una particolarità, ricucire il rapporto con la società civile. Tutte le nostre proposte si muovono in tal senso. Abbiamo individuato, in ogni aspetto dei problemi che dovremmo affrontare, momenti di partecipazione attraverso consulte. Processi di co-progettazione. Il futuro Governo di questa città dovrà avere contributi importanti da parte della società civile. L’idea di città è un’idea partecipata, che si incanala nel tema della transizione ecologica”.

“Non possiamo stare fuori da questo percorso indicato dall’Europa – sottolinea Miceli -. Dovremmo agire di conseguenza. Sono tre gli elementi fondamentali: la bellezza, non solo estetica ma etica, la sostenibilità e l’inclusione sociale. Sarà un processo importante per la vita della città. Bisognerà coinvolgere il massimo delle esperienze e delle competenze che Palermo sa esprimere. Ho scelto i miei assessori in base alle competenze, non alle appartenenza”.

Il tema rifiuti

Una conferenza partita dal tema dei rifiuti. A presentare le linee guida del programma è il professore Freddy Butera, assessore designato proprio da Franco Miceli. “Siamo di fronte ad una prospettiva di cambiamento epocale. L’Europa ha stabilito un percorso da qui al 2050, ovvero rendere il territorio sostenibile in termini di emissioni e biodiversità. Tutto ciò ha ricadute economiche e sociali spaventose. Abbiamo dei problemi da risolvere oggi. Tra le possibili soluzioni, si deve scegliere quella più coerente con la direzione in cui vogliamo andare. Ciò significa cambiare il modo di governare”.

Secondo il professore, deve cambiare il modo di concepire i rifiuti. “Quando parliamo di rifiuti, abbiamo progetti di conferimento in aree ben precise. Bisogna incentivare i cittadini in tal senso. C’è una direttiva approvata che impone che i rifiuti siano differenziati fra umido e secco. Il rifiuto in questa città è letto come una maledizione. In una concezione corretta e invece, nel transitorio una risorsa da utilizzare, in prospettiva un qualcosa che deve essere minimizzato. Il primo passo è quello di semplificare. Riorganizziamo la macchina amministrativa in modo di avere la garanzia di differenziare fra umido e secco. Con l’umido si fa gas. L’altro aspetto è quello di indurre il rifiuto speciale nei centri di conferimento, aumentandone il numero”.

Decentramento: Palermo città di città

Altro tema chiave riguarda il decentramento, come rappresentato da Marco Picone. “Parlare di partecipazione è molto facile, ma c’è una questione di metodo. Non basta dire ascoltiamo la gente. Così c’è il rischio di deluderli. La partecipazione passa per il decentramento. Procedura che non si limita solo al passaggio di poteri, ma ragionare su tre scale: un livello micro, dove si può recuperare il senso di comunità, ovvero i quartieri. Ciò è possibile chiedendo di fare decentramento alle Circoscrizioni”.

“Un lavoro sul territorio, che va fatto attraverso strutture che già esistono, ovvero i comitati educativi, dove andremo a costruire comunità educanti; secondo livello, ovvero le circoscrizioni. Vogliamo ragionare sui confini e sui loro ruoli; terzo livello, la città metropolitana. Il sindaco di Palermo lo è anche di questo ente. Noi dobbiamo creare un rapporto più concreto fra Palermo e i comuni della provincia. Un’idea di policentrica. Palermo deve diventare una città di città”.

La riforma dei mezzi pubblici

A parlare di viabilità è invece Anthony Passalacqua, che pensa ad una riorganizzazione dell’aspetto pubblico. “Partirei dalla reintroduzione del biglietto unico integrato. L’attuale sistema disincentiva l’utilizzo dei mezzi pubblici. Ciò permetterà di avere spostamenti più celeri e costi inferiori. Tempi più certi di attesa alle fermate, grazie alla geolocalizzazione dell’intera flotta Amat. Sia chi ha il monopattino, sia chi ha la bici, rischia. Bisogna mettere in sicurezza la rete esistente”.

Consulta degli imprenditori culturali

Sul fronte cultura, è Evelina Santangelo ad annunciare le sue soluzioni. “La cultura deve essere intesa come un paesaggio, non come isole di cultura. Serve un lavoro di decentramento. Bisogna intanto pianificare. Penso ad un piano dell’offerta culturale della città, attraverso un collegamento delle nostre strutture. Nell’ottica della partecipazione, vorrei proporre una Consulta degli imprenditori culturali”.

Il ruolo dei percettori del reddito di cittadinanza

Un programma nel quale giocheranno un ruolo fondamentali i percettori del reddito di cittadinanza. Ciò come esposto da Irene Gionfriddo. “Fondamentale nel nostro programma sarà riportare il livello di felicità dei cittadini ad un livello molto più alto. Questo è un parametro legato al benessere sociale. Uno di quelli su cui punteremo è l’assistenza al reddito. Attraverso questo aiuto, con una forma di predistribuzione, portiamo le persone a potere essere impiegati all’interno del Comune per questione legate alla rigenerazione. Questo attraverso i PUC”.

“Il reddito di cittadinanza, anche attraverso un miglioramento normativo, è finalizzato a dare la possibilità di facilitare la ricerca di lavoro. Non deve passare il messaggio che il RDC sia finalizzato solo a dare aiuto. Noi aspiriamo a far realizzare i propri sogni professionali nella propria terra. Altro punto sul quale dobbiamo battere è quello di creare ambienti sociali, creando per esempio una Consulta per i beni confiscati alla mafia”.

Efficacia ed efficienza delle strutture comunali

Battuta finale per Ornella Leone, ingegnere gestionale e specializzata nei rapporti fra Comune e PA. “La Pubblica Amministrazione deve rispondere alle esigenze. Questo lo faremo grazie all’adeguamento alle pagine istituzionali, ad oggi inadeguate ai tempi. Devono essere chiare soprattutto ai giovani, che trovano nel web una risorsa. Questo sarà l’inizio di un processo di digitalizzazione molto più ampio, che permetterà di interconnettere tutti gli uffici. Avremo chiarezza e certezza dei tempi a disposizione. La PA non è una scatola, è piena di persone. Dobbiamo valorizzarle, facendole sentire parte di un progetto per Palermo. L’informatizzazione garantirà un domani di potere sfruttare delle risorse a svolgere attività più utili”.

 

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