“Per la Lega l’unità del centrodestra è un valore importante, in Italia e in Europa: un incontro si può fare anche domani per superare divisioni che aiutano la sinistra”. la dichiarazione non è ufficiale ma viene dall’interno della Lega che, dunque, ci riprova.

Dopo lo stop al vertice romano, nuova apertura leghista

La Lega, dunque, torna a dare disponibilità ad un incontro di coalizione dopo che la partita sembrava chiusa con Salvini che aveva dato ampio mandato ai siciliani. Ma Fratelli d’Italia chiede che dalle parole si passi ai fatti. Si tornano ad aprire spiragli di dialogo nel centrodestra alle prese con le divisioni post partita del Quirinale e con il rebus amministrative, da Verona a Palermo. Si perché adesso non c’è più soltanto il caso Sicilia.

Si studiano le agende, il tentativo in atto è quello di mettere su una conference call nelle prossime ore ma per il momento data e ora di un incontro tra i leader non ci sono ancora. Il nodo  resta la riconferma del governatore Nello Musumeci: per Fratelli d’Italia (ma anche per esempio per Toti che a palermo va con Cascio ma alla regione vorrebbe andare con Musumeci) è sbagliato metterlo in discussione ma i vertici locali degli altri partiti del centrodestra continuano a frenare

Toti e Coraggio Italia con Cascio a Palermo ma con Musumeci alla Regione

Nel centrodestra in Sicilia “è in corso una discussione surreale. Non ho capito perché ricandidando il sindaco di Palermo ci stiamo occupando della ricandidatura del presidente della Regione Nello Musumeci, che per quanto mi riguarda e’ una ricandidatura scontata” dice, infatti, il presidente della Regione Liguria e fondatore di Italia al Centro  Coraggio Italia Giovanni Toti a ‘Un giorno da pecora’ su Radio 1. “Do ragione al mio collega Musumeci, la politica non è fatta d’arbitrio e capriccio. Abbiamo messo un governatore, 5 anni servono a fare una serie di cose e a programmarne altre, due mandati sono normalmente quelli che fanno anche come sindaci, indispensabili – ha concluso – per portare dei risultati in una situazione complessa come l’Italia”.

Le resistenze dei leghisti siciliani

“I siciliani meritano rispetto: nessuno può imporre candidature senza il coinvolgimento del territorio” ribadiscono, però, i leghisti siciliani. “Ne’ da Roma, ne’ da Genova, ne’ da Milano. Serve senso di responsabilità per dare ai palermitani una proposta unitaria di centrodestra. Grazie a Matteo Salvini che per primo – da vero autonomista – ha chiarito che non ci possono essere forzature arroganti” dice il segretario regionale di Lega-Prima l’Italia in Sicilia, Nino Minardo.

La linea del partito di via Bellerio, infatti, resta la stessa indicata da Salvini nelle ultime settimane: a decidere sulla Sicilia devono essere i siciliani, niente imposizioni dall’alto ma “L’invito e’ andare tutti uniti su di lui, poi vedremo sulle Regionali”, ha osservato Minardo ma “l’unita’ del centrodestra è un valore importante, in Italia e in Europa” resta da capire come realizzarlo.

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