I giudici della Sezione Giurisdizionale della Corte dei conti presieduta da Luciana Savagnone (Giuseppa Cernigliaro – Consigliere e Maria Rita Micci Relatore) hanno condannato l’ex commissario straordinario dell’ospedale Villa Sofia Cervello Giacomo Sampieri a risarcire l’azienda sanitaria di 30 mila per aver disposto un servizio di vigilanza aggiuntivo da parte Ksm per il reparto Chirurgia Plastica di Matteo Tutino.

L’allora primario aveva denunciato una serie di atti di sabotaggio e furti nella clinica da lui diretta

Matteo Tutino aveva prospettato al medesimo Commissario Straordinario,  Sampieri, al Direttore Sanitario, Renata Martorana, ed al dirigente, De Blasi, la necessità di potenziare la sicurezza ed il controllo nel suo reparto nonché in sala operatoria, segnalando un verosimile atto di sabotaggio appena accaduto.

Qualche giorno prima, infatti,  Tutino aveva denunciato un antipatico evento verificatosi nel corso di un suo intervento in sala operatoria.

Il 10 febbraio 2014, infatti, nel corso di un intervento chirurgico,  Tutino aveva constatato la manomissione dei ferri in sala operatoria.

La ricerca degli strumenti necessari tra tutti gli strumenti messi in disordine aveva comportato il necessario prolungamento dell’intervento con il prevedibile rischio di complicanze per il paziente sotto anestesia.

Vi sono agli atti ulteriori denunce di Tutino come quella del dicembre 2013, quando il primario denunciò il furto di una sua autovettura parcheggiata sotto la sua abitazione,o  il danneggiamento degli ascensori al piano della sua clinica (ottobre 2013), il blocco della serratura della sua stanza in ospedale con l’uso di colla di tipo Attack (aprile 2013) ed, infine, la visita da parte di quattro persone che, senza qualificarsi, avevano chiesto di lui al portiere del suo stabile.

Così fu deciso di estendere il servizio di vigilanza 24 ore su 24 anche nel reparto di Tutino per un costo aggiuntivo di 38 mila euro.

Un servizio, secondo i giudici della Corte dei Conti, deciso da Sampieri bypassando gli organi di controllo ed economici dell’azienda.

“La condotta tenuta da Sampieri – si legge nella sentenza – non può non qualificarsi illegittima dal momento che lo stesso ha palesemente preteso di utilizzare un servizio posto a tutela dell’amministrazione pubblica, per metterlo al servizio di una singola unità operativa se non addirittura, di un singolo medico, senza il minimo rispetto delle procedure e dei presupposti previsti in contratto, arrivando ad offrire direttamente alla società di vigilanza l’utenza telefonica di Matteo Tutino di cui doveva essere assicurata la tutela, al fine di avere dallo stesso tutte le indicazioni in ordine alle modalità di esecuzione.

Il tutto con un ingente aggravio per le pubbliche risorse, con le quali le nuove prestazioni straordinarie comunque dovevano essere remunerate”.

Il risarcimento è stato ridotto a 30 mila euro perché secondo i giudici Sampieri non è il solo responsabile del danno arrecato. Altri dirigenti dell’Azienda Sanitaria avrebbero dovuto e potuto bloccare quel servizio di vigilanza illegittimo.