C’è un mondo di sogni e divertimenti che è stato completamente dimenticato. Abbandonato. Giostre e luna park sono in ginocchio. Magari qualcuno potrebbe pensare che non è il momento di divertirsi, che la crisi sanitaria prima e la crisi finanziaria ora, ci obbligano a pensare ad altro. Ma è un punto di vista ingiusto. Perché dietro quel mondo di luci, colori, suoni e pop corn, c’è un intero sistema imprenditoriale. Fermo da oltre due mesi, oggi rischia il collasso.

Giostrai e parchi divertimenti sono stati chiusi per le misure anticovid. Le giostre in tutta la Sicilia sono ferme, con le luci spente. E ferme sono anche tutte le persone che gravitano in un settore importante per l’economia. Finora nessun intervento da parte dello Stato, della regioni o dei comuni, ha tentato di sanare la drammatica emorragia economica che interessa un settore composto da oltre 5000 imprese, quasi tutte a conduzione familiare. Unico intervento, quello del Ministro della Cultura, Dario Franceschini, che ha stanziato 5 milioni di euro per il settore. Una miseria, una goccia nel mare di debiti che gli imprenditori del settore stanno accumulando.

Sono questi i drammi che il post Covid-19 ci porta a dover affrontare, con interi settori imprenditoriali che rischiano di chiudere per sempre. Se pensate che sia solo tempo perso, fate un salto all’indietro nella vostra memoria e cercate di ricordare quanta gioia vi offrivano quelle giostrine colorate che giravano in tondo, quelle macchinette con cui era permesso andare a scontrarsi. E pensate anche all’odore del popcorn appena tostato e dello zucchero filato che prendeva vita con quel bastoncino di legno che a mó di calamita si gonfiava fino a diventare una morbida nuvolosa matassa.

Ecco, io non vorrei che oltre a tutti i drammi che stiamo vivendo, il covid-19 si porti via anche pezzi della nostra memoria, piccoli attimi di gioia che avremmo voluto tramandare ai nostri figli e ai nostri nipoti.

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