Domenica 15 novembre la Chiesa ha celebrato la Giornata mondiale dei poveri, indetta da papa Francesco. Qualcuno non ha perso occasione per storcere il muso lamentando che sono già tante quelle istituite dai suoi predecessori.

Paolo VI volle nel 1967 quella per la pace; Giovanni Paolo II, nel 1985, quella internazionale per la gioventù. Poi vi sono quelle promosse dall’ONU, come ad esempio il Giorno della Memoria. Alcune organizzazioni minori se ne sono inventate altre, spesso sostenute da motivazioni meno nobili.
La Giornata dei poveri è passata alquanto in sordina anche perché la pandemia ha impedito l’effettuazione di tante iniziative che ne avrebbero certamente esaltato il significato.

Vi sono almeno due motivi tra i tanti perché questa ricorrenza non vada velocemente archiviata. La prima è il momento in cui cade. Tutto il mondo è alle prese con l’emergenza Covid-19 e in tutto il mondo il virus produce non solo morte e malattie, ma anche poveri e povertà.
La seconda sta nell’intenzione di papa Francesco che ha esplicitamente chiesto di celebrarla con «tanti momenti di incontro e di amicizia, di solidarietà e di aiuto concreto» nei confronti di chi si ritrova a fare i conti con tutte le varie e sempre crescenti forme di povertà. La povertà non può essere infatti onorata con un convegno o con una analisi statistica, ma ha bisogno di essere affrontata: con essa, che lo vogliamo o no, bisogna fare i conti.

Abbiamo chiesto al teologo Massimo Naro di spigarcene il significato più profondo. “La Giornata Mondiale dei Poveri – ci ha detto – prolunga l’annuncio della misericordia risuonato durante l’ultimo Giubileo straordinario, facendoci ricordare «la predilezione di Gesù per i poveri». In tal senso, essa ha innanzitutto una funzione ermeneutica: è l’occasione buona per mettere a fuoco le implicazioni sociali della misericordia nel mondo contemporaneo, già prospettate nella lettera apostolica Misericordia et misera”.

In questa circostanza, come d’abitudine non sono mancate le polemiche. Ad alcune ha risposto direttamente Papa Francesco nel corso dell’Angelus di domenica 15 novembre. Ha infatti affermato: “Alcuni dicono: “Ma questi preti, questi vescovi che parlano dei poveri, dei poveri… Noi vogliamo che ci parlino della vita eterna!”. Guarda, fratello e sorella, i poveri sono al centro del Vangelo; è Gesù che ci ha insegnato a parlare ai poveri, è Gesù che è venuto per i poveri. Tendi la tua mano al povero. Hai ricevuto tante cose, e tu lasci che tuo fratello, tua sorella muoia di fame?”.

“A tal proposito, – prosegue Naro – il messaggio è un vero e proprio compendio della teologia della povertà elaborata dal Papa. Il suo punto di forza è il radicamento nel messaggio biblico e nella grande tradizione ecclesiale”.

Abbiamo voluto sentire anche uno che con i poveri ci lavora da anni e che li conosce nella loro esperienza sociale e umana. Ci siamo rivolti a Santo Giordano, presidente del Banco Alimentare della Sicilia Occidentale, per chiedergli di parlarci innanzitutto dei poveri, quelli che incontra quasi quotidianamente da oltre vent’anni.

“Che vi siano svariate tipologie di poveri – dice subito – è palese. Noi al Banco alimentare incontriamo quelli che hanno un più forte bisogno di cibo. Ma sappiamo bene che dietro la facciata di chi si rivolge a noi fosse anche per un solo kg di pasta, si cela un uomo con tanti altri bisogni. Molti sono materiali, ma non ci sono solo quelli”.

Gli chiediamo di spiegare meglio il suo pensiero. “Proprio nel Messaggio per la Giornata del povero ciò è detto con chiarezza da papa Francesco quando ripetutamente riporta l’invito a tendere la mano al povero. E poi a un certo punto spiega che tendere la mano al povero, “dunque, è un invito alla responsabilità come impegno diretto di chiunque si sente partecipe della stessa sorte. È un incitamento a farsi carico dei pesi dei più deboli”.

Gli chiediamo allora di darci qualche dato della situazione della povertà a Palermo e in Sicilia così come viene vista dall’osservatorio costituito dal Banco alimentare.

“La Sicilia è una delle regioni dove la povertà è più diffusa. Il Banco Alimentare è presente con due sedi, una per la parte orientale e una per la parte occidentale e attraverso una rete di oltre 700 strutture caritative sostiene il bisogno di oltre 300.000 persone. Questo dato si è notevolmente incrementato nel periodo dell’emergenza Covid, basti pensare che all’inizio del 2020 erano 225.000 circa. Solo nelle province di Palermo Trapani e la Valle del Belice, ad oggi le persone assistite sono 92.986 (erano 80.392 prima del lockdown) attraverso 283 strutture convenzionate ed in questo momento stiamo vagliando almeno altre 30 richieste di convenzione. In tutta Italia il Banco Alimentare ha visto crescere le persone assistite da 1.500.000 a 2.100.000. È importante specificare che questi dati sono solo relativi alle persone aiutate dal Banco Alimentare, ma la povertà è almeno quattro volte di più”.

L’ultima domanda è per la imminente scadenza della tradizionale Gionata Nazionale della Colletta Alimentare”.
“L’emergenza sanitaria in cui siamo – chiarisce – ha costretto la Fondazione Banco Alimentare a trovare una formula che consenta di raggiungere i medesimi obiettivi salvaguardando la salute di tutti, volontari e donatori. Per questo motivo quest’anno le persone saranno invitate non a donare generi alimentari, ma ad acquistare una card attraverso dei versamenti on line, oppure alla cassa dei supermercati che aderiscono”.

“Quindi replichiamo – niente volontari davanti ai supermercati”?

“L’inclusione della Sicilia nella zona arancione – riprende – impedisce la presenza di volontari all’ingresso dei supermercati al fine di evitare assembramenti Proprio per questi motivi, già da subito è possibile effettuare versamenti: basta andare sul sito https://www.bancoalimentare.it/it e seguire le semplici istruzioni indicate”.

Ci spiega poi che quest’anno anche se la Giornata della Colletta Alimentare rimane fissata sabato 28 novembre, nei fatti si potrà acquistare la card alle casse dei supermercati aderenti dal 21 novembre all’8 dicembre, proprio per dare tempo a tutti di offrire il proprio contributo. Alla luce di questi rigidi vincoli, si comprende come quest’anno moltissimo dipenderà dalla comunicazione. Ma prima di salutarci chi chiede di fare un appello.

“Per tutto quello detto sarà fondamentale far conoscere come partecipare alla Colletta e diffondere le nuove modalità di svolgimento tra amici, colleghi di lavoro, compagni di scuola, parenti. Serve un passaparola che raggiunga tutti. Ed è per questo che fin da ora chiediamo il sostegno di tutti perché si sappia come e quando si farà quest’anno la Colletta alimentare”.

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