Ci sono problemi legati al ritorno in classe, soprattutto per le scuole superiori.
“Nostro dovere è segnalare le difficoltà perché vengano risolte. Ciò che è cambiato rispetto ai mesi scorsi è che buona parte del personale scolastico ha ricevuto la prima dose di vaccino ma il resto è sostanzialmente rimasto immutato. Queste osservazioni sono ovviamente differenti da zona a zona: nelle grandi città, in generale, nelle scuole superiori, le aule sono affollate, nei piccoli centri no. Si era parlato di un contact tracing che al momento non sembra vedere la luce perché è complesso da organizzare”. Così il presidente dell’Associazione nazionale Presidi, Antonello Giannelli, su Rainews24.
Giannelli ha ancora spiegato: “Dentro le scuole i presidi hanno lavorato in modo encomiabile, le scuole al loro interno garantiscono una ragionevole sicurezza, non sono focolaio di contagi. Certo, se poi si prendono per arrivare a scuola vetture molto affollate…si possono fare gli scaglionamenti negli ingressi a scuola, ma questo non risolve tutti i problemi”.
Il vero problema è il distanziamento. Lo ha sottolineato Giannelli: “Ci sono tante aule piccole e contenere i ragazzi sono all’interno con un distanziamento di 1 metro non è possibile. Se si rientra al 100% il distanziamento non può essere rispettato. Se va rispettato, bisogna consentire ai dirigenti di decidere autonomamente una percentuale di rientro. Io non mi schiero né con gli aperturisti né con i chiusuristi. Se si riapre in queste condizioni ci saranno certi eventi, altrimenti si demanda alla scuola la decisione e allora le condizioni di sicurezza saranno mantenute”.
La riapertura delle scuole in presenza deve certamente essere valutata sulla base della situazione epidemiologica delle singole realtà. In Sicilia, solo per fare un esempio, i contagi in classe sono in aumento.
I dati del report dell’Ufficio Scolastico Regionale, aggiornati al 12 aprile, ‘parlano’ di 2.839 alunni positivi, 434 docenti positivi e 101 soggetti positivi tra il personale Ata.