Palermo

Covid19 Sicilia, 1.961 i nuovi casi, aumentano di nuovi i ricoverati

Sono 1.961 i nuovi casi di Covid19 Siciliani registrati a fronte di 10.944 tamponi processati in Sicilia. Ieri i nuovi positivi erano 1.355. Il tasso di positività sale al 18,0%  mentre ieri era al 15%.

Le vittime, i guariti, gli attuali positivi

L’isola è oggi al settimo posto per contagi. Gli attuali positivi sono 133.785 con un incremento di 1.599 casi. I guariti sono 469 mentre le vittime sono 10 portano il totale dei decessi a 10.377.

La situazione negli ospedali

Sul fronte ospedaliero i ricoverati sono 986, 39 in più rispetto a ieri, in terapia intensiva sono 52, tre in più rispetto a ieri.

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La situazione nelle singole province

A livello provinciale si registrano a Palermo 603 casi, Catania 313, Messina 465, Siracusa 119, Trapani 165, Ragusa 184, Caltanissetta 91, Agrigento 98, Enna 40.

Covid: Iss, in 6 mesi 2 ondate, picco gennaio e minore a marzo

I dati ottenuti da circa 4000 campioni di acque reflue urbane prelevati in tutta Italia “rispecchiano i dati clinici” e mostrano “due ondate osservate nel periodo di sei mesi: una più grande con un picco a gennaio e una più piccola a marzo”. In particolare, “a marzo 2022, è stata segnalata una nuova ondata, ma meno significativa della precedente, andata di pari passo a un nuovo aumento dei contagi, forse associato alla variante Omicron BA.2”. A raccontare l’evolversi dell’epidemia Covid sono i dati del Sistema nazionale di Sorveglianza ambientale del Sars-CoV-2, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità. Il sistema è attivo da ottobre 2021, vede coinvolte 19 Regioni e Province Autonome e circa 40 laboratori che monitorano oltre 150 impianti di depurazione in tutta Italia. Finora sono stati analizzati 3.797 campioni di acque reflue e l’84,6% ha mostrato la presenza di Rna del SARS-CoV-2. La presenza è stata bassa ma in graduale aumento dall’inizio di ottobre fino a metà dicembre. Nell’ultima settimana di dicembre è stato osservato un forte aumento, protrattosi fino a metà gennaio. Successivamente, sono diminuite fino a fine febbraio quando è stato documentato un nuovo aumento (moderato rispetto al precedente), che ha raggiunto il picco alla fine di marzo. Infine, si è assistito a una diminuzione nell’ultima settimana di marzo. I dati, spiega l’Iss, “hanno mostrato variazioni significative nell’arco dei primi 6 mesi di sorveglianza, mostrando due picchi caratterizzati da notevole e rapida crescita, uno maggiore a gennaio e uno minore a marzo, in corrispondenza delle due ondate di diffusione della variante Omicron documentate negli stessi mesi, confermando la capacità del monitoraggio sulle acque reflue di descrivere l’evoluzione dell’epidemia”.

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Covid: Agenas, occupazione reparti sale in 10 regioni

È stabile al 15% l’occupazione dei reparti di ‘area non critica’ da parte di pazienti Covid in Italia (un anno fa era al 36%) ma, nelle ultime 24 ore, cresce in 10 regioni: Abruzzo (al 23%), Basilicata (26%), Calabria (29%), Emilia Romagna (15%), Marche (19%), Pa Trento (12%), Piemonte (11%), Toscana (14%), Valle d’Aosta (13%) e Veneto (11%). È stabile, in Italia, anche l’occupazione delle terapie intensive al 4% (un anno fa segnava il 36%) e nessuna supera oggi la soglia del 10%. Questi i dati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) del 18 aprile 2022, che evidenziano, negli ultimi giorni, un andamento altalenante in molte regioni. Nel dettaglio, a livello giornaliero, l’occupazione dei posti nei reparti ospedalieri di area ‘non critica’ da parte di pazienti con Covid-19 cala in 2 regioni o province autonome: Molise (14%) e Umbria (36%). È stabile nelle restanti 8: Campania (17%), Friuli Venezia Giulia (12%), Lazio (18%), Liguria (18%), Lombardia (11%), Pa di Bolzano (6%), Puglia (21%), Sardegna (20%) e Sicilia (24%). Il valore supera la soglia del 20% in 6 regioni o province autonome: Umbria (36%), Calabria (29%), Sicilia (24%), Basilicata (26%), Abruzzo (23%) e Puglia (21%). Sempre a livello giornaliero, l’occupazione delle terapie intensive da parte di pazienti con Covid-19 cresce in 3 regioni: Basilicata (al 5%), Liguria (5%), Piemonte (4%). Cala in 4 regioni: Abruzzo (5%),Campania (5%), nella Pa Bolzano (2%), Umbria (3%). Mentre è stabile nelle restanti 14: Calabria (9%), Emilia Romagna (4%), Friuli Venezia Giulia (2%), Lazio (7%), Lombardia (2%), Marche (3%), Molise (5%), Pa Trento (2%), Sardegna (10%), Sicilia (6%), Puglia (7%), Toscana (5%), Valle d’Aosta (3%) e Veneto (2%).

Covid: Aifa, in 5-11 anni 439 eventi avversi, 0,3% totale

“Nella fascia di età 5-11 anni, al 26/03/2022 risultano inserite complessivamente 439 segnalazioni – circa lo 0,3% delle segnalazioni totali – per il vaccino Comirnaty (Pfizer), l’unico attualmente utilizzato in questa fascia di età, con un tasso di segnalazione di circa 21 casi ogni 100.000 dosi”. E’ quanto emerge dall’undicesimo Rapporto AIFA sulla sorveglianza dei vaccini anti-COVID-19. “Gli eventi avversi più frequentemente segnalati – si legge – sono stati dolore in sede di iniezione, cefalea, febbre e stanchezza. La quasi totalità di queste segnalazioni è attribuita alla prima dose”.

I tassi di segnalazione di sospette reazioni avverse ai vaccini anti Covid per la seconda dose sono inferiori a quelli relativi alla prima e ancora più bassi per la terza dose. La popolazione esposta alla quarta dose è ancora limitata. È quanto rende noto l’Aifa nell’undicesimo Rapporto di farmacovigilanza sui vaccini anti-Covid-19. Come riportato nei precedenti Rapporti, indipendentemente dal vaccino, dalla dose e dalla tipologia di evento, la reazione si è verificata nella maggior parte dei casi (72% circa) nella stessa giornata della vaccinazione o il giorno successivo e solo più raramente oltre le 48 ore.

Covid: Aifa, 134mila reazioni a vaccini su 135 milioni dosi

“Nel periodo tra il 27 dicembre 2020 e il 26 marzo 2022 per i cinque vaccini in uso nella campagna vaccinale in corso sono pervenute 134.361 segnalazioni su un totale di 135.849.988 di dosi somministrate (tasso di segnalazione di 99 ogni 100.000 dosi), di cui l’82,1% riferite a eventi non gravi, come dolore in sede di iniezione, febbre, astenia/stanchezza, dolori muscolari. Le segnalazioni gravi corrispondono al 17,8% del totale, con un tasso di 18 eventi gravi ogni 100.000 dosi somministrate”. E’ quanto emerge dall’undicesimo rapporto Aifa sui vaccini anti Covid.

Aifa: Pfizer il più utilizzato(65,2%), ultimo Novavax (0,02%)

Comirnaty (Pfizer) è il vaccino attualmente più utilizzato nella campagna vaccinale italiana (65,2%), seguito da Spikevax (Moderna con il 24,7%), Vaxzevria (Astrazeneca con il 9,0%), COVID-19 Vaccino Janssen (1,1%) e Nuvaxovid (Novavax con lo 0,02%), in uso dal 28 febbraio 2022. E’ quanto emerge dall’undicesimo Rapporto AIFA sulla sorveglianza dei vaccini anti-COVID-19. La distribuzione delle segnalazioni per tipologia di vaccino – si legge nel Rapporto – ricalca quella evidenziata nei precedenti Rapporti: Comirnaty 66,5%, Vaxzevria 17,7%, Spikevax 14,5%, COVID-19 vaccino Janssen 1,3%, Nuvaxovid 0,03%.

Covid: reazioni avverse vaccini, meno di un caso su mille

Sono state meno di una su mille le reazioni avverse segnalate dopo un vaccino anti-Covid, secondo i dati riferiti da Aifa nell’ultimo report sui vaccini. Le reazioni segnalate sono state infatti 134.361 su un totale di 135.849.988 di dosi somministrate, pari allo 0,098%.

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