Sono 5.795 i nuovi casi di Covid19 registrati a fronte di 33.470 tamponi processati in Sicilia. Il giorno precedente i nuovi positivi erano 2.466. Il tasso di positività sale al 17,3% ieri era al 13,8%.
L’isola è al quarto posto per contagi. Gli attuali positivi sono 247.937 con un aumento di 1.271 casi. I guariti sono 4.626 mentre le vittime sono 29 e portano il totale dei decessi a 9.310.
Sul fronte ospedaliero sono 1.254 ricoverati, con 2 casi in meno rispetto a ieri; in terapia intensiva sono 85, con nove caso in meno rispetto a ieri.
Questi i dati del contagio nelle singole province Palermo con 879. casi, Catania 1072, Messina 1021, Siracusa 927, Trapani 374, Ragusa 517, Caltanissetta 372, Agrigento 599, Enna 165.
In Italia e’ ferma al 10% la percentuale di posti letto in terapia intensiva occupati da pazienti con Covid-19, cosi’ come e’ ferma al 20% l’occupazione dei reparti di area medica non critica. Questi i dati Agenas aggiornati al 21 febbraio, che evidenziano, per entrambi i parametri, una crescita in Calabria, dove raggiungono rispettivamente il 14% e 31%. A superare la soglia del 10% dei posti in intensiva occupati da pazienti Covid sono 9 regioni: Lazio al 16%; Calabria al 14%; Sardegna al 13%; Marche e Valle d’Aosta al 12%; Emilia Romagna, Liguria, Sicilia e Puglia all’11%.
Negli ultimi sette giorni, per la prima volta da settimane, si assiste ad una netta discesa dei ricoveri per Covid di bambini e ragazzi da zero a 18 anni negli ospedali pediatrici italiani, pari a meno 30%. Nella settimana fino al 21 febbraio sono stati ospedalizzati in 122 contro i 172 della scorsa settimana, di cui 119 in area medica e 3 in terapia intensiva. Di questi, 73 sono bambini da zero a quattro anni e 49 da 5 a 18 anni. Nella fascia d’età tra i 5 e i 18 anni il 69% è costituito da non vaccinati. I dati sono forniti dall’Associazione degli ospedali pediatrici italiani (Aopi).
“La curva sta calando perché la maggior parte delle persone si è vaccinata o infettata recentemente. La cosa migliore è aprire di più ora che tra qualche mese, perché ora siamo più protetti. Paradossalmente a giugno saremo più esposti al contagio di oggi”. Lo ha detto a Andrea Crisanti, microbiologo dell’Università di Padova, a Un Giorno da Pecora su Rai Radio.